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Arte, la Francia rifiuta l'acquisto del (controverso) Caravaggio esposto a Brera

Inizialmente l'Eliseo aveva dichiarato il quadro 'tesoro nazionale' ma poi ha cambiato idea

La Francia era interessata ad acquistare il quadro 'Giuditta che decapita Oloferne', esposto alla Pinacoteca di Brera di Milano nel 2016 e attribuito a Caravaggio, ma sembra aver cambiato idea e si è tirata indietro. A provocare il disinteresse dell'Eliseo sarebbe l'incertezza che ruota attorno alla paternità del dipinto: molti hanno contestato il fatto che sia effettivamente di Michelangelo Merisi.

ll 'Ministère de la Culture francese' - scrive Il Sole 24 Ore - ha scartato l'ipotesi di acquistare il presunto Caravaggio, scoperto in una soffitta di Tolosa nel 2014 e poi esposto alla Pinacoteca di Brera tra moltissime polemiche. Ufficialmente lo stato d'oltralpe non ha comunicato le ragioni alla base del suo rifiuto di comprare l'opera, ma probabilmente i dubbi sul suo autore devono essere prevalsi.

Le polemiche sulla paternità del quadro

Inizialmente 'Giuditta che decapita Oloferne' era stata presentata pubblicamente a Parigi nell'aprile del 2016. All'epoca il dipinto era stato attribuito a Michelangelo Merisi dall'esperto consulente d'arte Eric Turquin e il 'Ministère de la Culture' lo aveva subito dichiarato tesoro nazionale. A mettere in dubbio il fatto che il maestro lombardo avesse effettivamente creato l'opera, successivamente, erano stati diversi esperti, tra cui Gianni Papi e Mina Gregori, specialista del pittore.

Anche quando la tela era stata esposta alla Pinacoteca di Brera, a novembre 2016, il dibattito attorno all'autenticità del dipinto era stato particolarmente acceso. Il curatore della mostra, Nicola Spinosa, d'altra parte ha sempre ritenuto il quadro un originale. E anche lo specialista Keith Christiansen del Metropolitan Museum of New York ha dichiarato che “il dipinto è di qualità indiscutibile”. Tuttavia la ricostruzione dell'insieme di opere di Michelangelo Merisi è sempre stata ardua e costellata da numerose sviste, anche perché nessuna delle tele reca la firma dal maestro lombardo che le compose.

Il destino dell'opera

Dopo il decadimento del vincolo di prelazione del 'Ministère de la Culture' francese (scaduto il 24 dicembre), 'Giuditta che decapita Oloferne' potrà essere restaurato e poi, eventualmente, proposto sul mercato.

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