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"Basta, non sono il vostro schiavo negro": bufera al PoliMi per la frase di una docente

La denuncia del gruppo "Studenti indipendenti": "E dovrebbe essere una figura educatrice"

La richiesta d'aiuto di alcuni studenti, che stavano facendo fatica a seguire la lezione. E quella risposta scortese, sgarbata, dal tono evidentemente razzista. Polemiche al Politecnico di Milano per una frase pronunciata da una docente ai suoi alunni durante una lezione che si stava svolgendo online. 

A denunciarlo, con un lungo post su Facebook, è stato il gruppo "Studenti indipendenti Politecnico", che ha riportato anche i virgolettati dello scambio di battute. "Può raddrizzare il foglio che non si vede una parte?", avrebbero chiesto alcuni degli studenti e la prof per tutta risposta avrebbe replicato con "o la smettete o la smettiamo di fare lezione, basta con ste chat. Non sono il vostro schiavo negro".

Audio | Le parole della prof: "Non sono il vostro schiavo negro"

"Non è questa la risposta che uno studente di un ateneo autodefinitosi all’avanguardia come il nostro si aspetterebbe di ricevere dopo una richiesta di aiuto durante una lezione online. Invece è successo proprio da noi, al Politecnico di Milano, come abbiamo dovuto constatare da diverse segnalazioni che abbiamo ricevuto - hanno spiegato dal gruppo -. Un’espressione già grave di per sé, ancora più grave essendo stata pronunciata da chi teneva la lezione, che dovrebbe essere una figura educatrice, esempio per i propri studenti.Non solo pensiamo che sia grottesco come un membro del corpo docenti possa ricorrere con questa facilità a termini, paragoni ed immaginari razzisti e coloniali, ma riteniamo sia ancora più grave se usata come risposta a chi stava avendo difficoltà a seguire la lezione", hanno sottolineato gli studenti. 

"Non è possibile che ancora oggi assistiamo a scene del razzismo più becero, soprattutto dentro il nostro ateneo, un luogo della formazione che dovrebbe essere libero, sicuro ed inclusivo. Chiediamo al Politecnico di prendere dei provvedimenti e di trattare con serietà una questione così grave, non possiamo accettare che si crei un clima di questo genere - l'appello delle ragazze e dei ragazzi -. Questo fatto dimostra che i 7 valori del Politecnico non basta scolpirli e metterli in bella mostra per farli attuare, serve un cambio di direzione netto e un impegno nel contrastare ogni episodio di discriminazione".

"Davanti a un periodo così complesso, con tutte le difficoltà derivanti dalla quarantena e dalla didattica a distanza che stiamo vivendo come comunità accademica, ci mancavano - hanno concluso - solo gli insulti razzisti agli studenti e studentesse in difficoltà".

Interviene il collegio di discplina

E la richiesta di provvedimenti degli studenti non è caduta nel vuoto. Nel pomeriggio, a margine di una conferenza in regione sull'università, il rettore del Poli, Ferruccio Resta, ha infatti annunciato l'intervento del collegio di disciplina, definendo la frase "estremamente inadatta, non appropriata, non vicina al codice etico, o a qualunque modo di educazione e di valore che tutti noi condividiamo".

"Abbiamo avuto ieri un episodio molto brutto in cui un collega, non rivolgendosi a nessuno, ma indipendentemente da questo, si è espresso in maniera non appropriata. Gli studenti l'hanno ripresa, i media ne stanno parlando. Oggi ripartiamo con il nostro modo di fare, quindi con il collegio di disciplina", ha spiegato.

"Spessissimo può succedere che qualcuno non rispetti il codice etico e noi interveniamo, sia con gli studenti che con i docenti. Parte una procedura: la commissione di disciplina analizza il fatto e chiede spiegazioni agli interessati e poi si interviene. Ci sono interventi di vario tipo". Un richiamo o sospensione? "Credo che la frase sia estremamente inadatta dopodiché capiremo se è frutto di stanchezza o - ha concluso Resta - di una situazione più interna alla persona".
 

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