rotate-mobile
Attualità Stazione Centrale / Piazza Duca d'Aosta

Sabato sotto la regione ci sarà il "funerale" della sanità pubblica lombarda

La protesta annunciata da Medicina democratica

Un funerale per dire addio alla sanità pubblica. Medicina democratica, associazione che riunisce dottori e operatori sanitari, ha deciso di protestare sabato mattina sotto il Pirellone contro la riforma della legge sanitaria regionale proposta dall'assessore al welfare, Letizia Moratti, e in questi giorni in discussione in aula. 
 
"Il dibattito in consiglio regionale conferma come il rischio di una morte annunciata per la sanità pubblica in Lombardia sia purtroppo reale, con drammatiche conseguenze per il diritto alla salute di tutti, come gli effetti tragici della pandemia hanno dimostrato”, l'allarme lanciato da Marco Caldiroli, presidente di Medicina Democratica. 

Così, dopo la manifestazione contro la privatizzazione della sanità che si è tenuta lo scorso 23 ottobre in Duomo, il gruppo ha deciso di tornare nuovamente in piazza - dalle 10 alle 11.30, davanti al Pirellone - con "un flash mob con annesso funerale virtuale". “Invitiamo però a non portare fiori ma l’impegno ad opporsi alla attuazione della ulteriore privatizzazione dei servizi sanitari in Lombardia e a sostenere le proposte condivise e presentate nella manifestazione in Duomo", l'appello di Angelo Barbato del "Forum Nazionale per il Diritto alla Salute". 

"Come indicato nel documento condiviso dalle 57 associazioni e dalle opposizioni regionali, proponiamo ben altri obiettivi - hanno fatto sapere da Medicina democratica -. Un forte governo pubblico della sanità, basato su una chiara programmazione, la riorganizzazione della medicina territoriale con bacini d’utenza limitati per rispondere in modo mirato ai problemi di salute, dando priorità alla prevenzione della malattia anche attraverso la partecipazione della cittadinanza". 

E ancora: "Le case e gli ospedali di comunità devono essere esclusivamente pubblici, affinchè siano perseguiti risultati reali di salute e non utili economici. Le liste d’attesa devono essere trasparenti e il loro contenimento deve essere un obiettivo primario, eliminare la libera professione all’interno delle strutture pubbliche, le Rsa devono essere parte del servizio sanitario nazionale e - hanno concluso - va ritirata la richiesta di autonomia differenziata".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Sabato sotto la regione ci sarà il "funerale" della sanità pubblica lombarda

MilanoToday è in caricamento