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Venerdì, 19 Aprile 2024
L'addio all'imprenditore

In 5mila per l'addio a Del Vecchio: "I dipendenti erano come figli per lui"

Tanti dipendenti di Luxottica ai funerali ad Agordo dell'imprenditore scomparso. Il vescovo di Belluno: "Il seme più piccolo è diventato la pianta più grande". La salma verrà sepolta a Milano

Almeno 5mila persone hanno partecipato, giovedì mattina, ai funerali di Leonardo Del Vecchio, fondatore di Luxottica, morto a Milano lunedì. Le esequie si sono svolte ad Agordo (Belluno), il paese dove l'imprenditore milanese aveva aperto l'azienda a 23 anni. La salma è ripartita poi per Milano, dove Del Vecchio verrà sepolto. Le sedi italiane sono rimaste chiuse in segno di lutto e per consentire a chi volesse di raggiungere le Dolomiti.

All'arrivo del feretro, mercoledì, tutto il paese aveva applaudito al passaggio dell'auto per le strade fino al PalaLuxottica, prescelto perché in grado di ospitare tanta gente. Durante la notte, una quindicina di ex dipendenti di Luxottica, ora pensionati, ha vegliato il feretro per tutta la notte, a turno.

Tra i partecipanti al funerale, moltissimi dipendenti con la maglietta blu e il logo di Luxottica, mentre su uno striscione esposto fuori dal palazzetto si leggeva "grazie di cuore, non ti dimenticheremo mai". Su un maxischermo intanto scorrevano le immagini dei momenti più importanti della vita dell'imprenditore, cresciuto nei Martinitt milanesi e trasferitosi poi a lavorare in Veneto.

Il figlio: "Dipendenti come membri della sua famiglia"

"Mio padre si emozionava solo quando parlava dei suoi operai", ha raccontato Claudio Del Vecchio, figlio dell'imprenditore, durante la cerimonia: "Fino all'ultimo ha pensato ai suoi dipendenti. Quando sono andato a trovarlo per l'ultima volta in ospedale, l'ho visto nervoso. Salutandolo, gli ho detto che andavo ad Agordo, a vedere la fabbrica che non vedevo da tempo a causa del covid. In quel momento il suo viso si è illuminato e ha fatto un gran sorriso. E mi ha detto: 'la fabbrica, è così bella adesso'. Ha considerato i suoi dipendenti, in particolare quelli di Agordo, come membri della sua famiglia. Il suo sogno non si sarebbe potuto realizzare senza la vostra dedizione e fiducia. Vi ha spinto e incoraggiato e voi lo avete ripagato con il vostro sforzo e il vostro attaccamento. Nel corso della sua vita ha preso dei rischi che altri imprenditori non hanno voluto mai correre, perché sapeva che c'eravate voi dietro".

Pensieri espressi anche dalla moglie Nicoletta: "Questa azienda è la sua creatura, i dipendenti sono come dei figli per lui, ha lasciato in eredità sicuramente qualcosa di straordinario che sono sicura porterete avanti nel migliore dei modi. Leonardo, vostro presidente, amico, padre, vorrebbe che io dicessi che lui sarà sempre qui con voi, che potrà sempre riuscire a darvi dei consigli, tanti ve li ha già dati". E Rocco Basilico, manager di Luxottica e figlio della moglie: "La fabbrica era il suo amore più grande, ma non era una questione di successo o soldi. Era la sua missione in questo mondo. Seguiva la missione di dare lavoro e serenità a decine di migliaia di famiglie. Io ho avuto l'onore di lavorare con lui per molti anni, parlavamo solo quasi sempre di Luxottica. La sua famiglia è molto più grande di quella biologica".

Il vescovo: "Il più piccolo dei semi è più grande delle altre piante"

La cerimonia è stata officiata dal vescovo di Belluno Feltre, monsignor Renato Marangoni, insieme ai sacerdoti della valle. "Ci rivolgiamo a te, Leonardo, e ti chiediamo: ma come è possibile che un seme simile a un granello di senape, il più piccolo di tutti i semi, seminato in un campo, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante? È la parabola di vita che tu hai condiviso con noi qui. È una verità di vita che, con te e con la passione che hai riversato e donato in tale semina e crescita, è stato possibile che, da sogno e ideale, diventasse realtà", ha detto durante l'omelia il vescovo, ricordando i sentimenti degli abitanti della valle: "Un carico di gratitudine che sgorga semplice e umile, ma anche rocciosa, fondata, convinta, mista alla trepidazione che il vivere in montagna suscita, con le fatiche che esso comporta".

"A tutti noi, alle istituzioni, a chi ha responsabilità nel mondo del lavoro, dell'economia e della finanza, a chi è chiamato e votato al compito politico e amministrativo, immaginiamo, carissimo Leonardo, che tu stesso consegni l'appello dei Proverbi, a cui tu con creatività e intraprendenza hai cercato di corrispondere: 'Figlio mio, custodisci il consiglio e la riflessione né mai si allontanino dai tuoi occhi: saranno vita per te. Non negare un bene a chi ne ha il diritto, se hai la possibilità di farlo. Non dire al tuo prossimo: 'Va', ripassa, te lo darò domani', se tu possiedi ciò che ti chiede'", ha concluso il vescovo.

L'ex ad: "Ossessione che fosse la più bella azienda del mondo"

Tra le tante personalità presenti al funerale, non poteva mancare Andrea Guerra, amministratore delegato di Luxottica per dieci anni (ora è ad di Louis Vuitton Hospitality Excellence). "Oggi è un giorno in cui bisogna dire grazie con la sua semplicità e serenità e tornare a lavorare tutti", ha detto Guerra: " Quando una persona lascia questo tipo di ricordo è palese che ha lasciato qualcosa di straordinario, sono 60 anni di esempio costante e continuo di un'unica grande ossessione: che Luxottica fosse la più bella e più brava azienda del mondo". Luciano Benetton, a sua volta, ha detto che "per questa zona Del Vecchio è stato tutto e anche in futuro continuerà con lui. Il giorno in cui abbiamo fatto qualcosa di importante insieme è stata la laurea a Venezia nella stessa data".

Federico D'Incà, ministro per i rapporti col parlamento, bellunese, ha aggiunto che "Del Vecchio è stata una persona straordinaria. Oggi salutiamo un padre, che continua a vivere con noi. Del Vecchio ha saputo costruire il futuro, per le persone, per la comunità". Tra gli altri partecipanti, l'imprenditore Francesco Gaetano Caltagirone, il presidente di Generali Andrea Sironi, il ceo di Armani Giuseppe Marsocchio e l'amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel.

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