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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Il museo del Novecento di Milano ha una 'nuova' bellissima galleria del futurismo

La riapertura dello spazio dopo i lavori di rinnovamento

Velocità, movimento e un'esplosione di colore. I princìpi cardine del manifesto dei futurismo prendono vita nella 'nuova' galleria dedicata al movimento artistico del secolo scorso. Al Museo del Novecento il 1° ottobre riapre la Galleria del Futurismo, ultima tappa del progetto di riallestimento del percorso del Museo a 10 anni dalla sua apertura.  

Il secondo piano della sede espositiva è stato completamente rinnovato negli spazi: con la Sala della Galleria che ha riacquistato la propria vocazione monumentale. All'ingresso sono stati esposti Manifesti Futuristi e importanti lavori su carta di Antonio Sant’Elia e Giacomo Balla, arricchiti da una videoinstallazione dei primi anni '30.

Ad aspettare i visitatori, poi, un'esposizione dei capolavori futuristi che considera non solo l’evoluzione tecnico-pittorica dei maestri del periodo, ma anche la vicinanza tematica e stilistica delle loro opere. Il percorso include opere di Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giacomo Balla e Gino Severini e si arricchisce delle opere della collezione Antognini Pasquinelli, con quattro dipinti esposti per la prima volta in questa occasione.

La Galleria segue due racconti paralleli: mentre la parete principale testimonia con indiscussi capolavori le sperimentazioni pittoriche degli artisti intorno ai temi tipici da loro prediletti - i soggetti di vita urbana, la bellezza del movimento e della macchina, l’entusiasmo patriottico - le opere dell’altra parete, negli spazi tra le colonne, raccontano la pittura e la scultura futuriste attraverso soggetti tradizionali come la figura e la natura morta. La sala si chiude con il celebre bronzo boccioniano Forme Uniche della Continuità nello spazio (1913) che sfida i limiti di pesantezza e staticità della materia attraverso la celebrazione del moto che si estende dal corpo nudo in cammino allo spazio che lo contiene. 
 
Il nuovo racconto del Museo del Novecento non finisce qui - assicurano dalla sede espositiva - almeno due capitoli di fondamentale importanza saranno scritti nel prossimo futuro. Nel 2022 grazie al comodato della Collezione Gianni Mattioli, la maggiore collezione privata di arte italiana futurista al mondo, torneranno a dialogare tra loro le opere della raccolta Canavese, già di Fedele Azari, quelle della collezione Jucker e, appunto, i dipinti di Mattioli, rendendo la già ricca Galleria del Futurismo la più importante esposizione di arte italiana del primo Novecento a livello internazionale.   

Infine, con l’ambizioso progetto di ampliamento del Museo alla seconda Torre dell’Arengario, si potrà chiudere il racconto dell’arte italiana del XX secolo e aprirsi all’indagine sulle pratiche artistiche più attuali. Il nuovo edificio non fornirà solo l’occasione di ampliare gli spazi espositivi, ma anche quelli dedicati ai servizi per il pubblico: laboratori, auditorium, spazi polifunzionali.  

Il Museo del Novecento si avvia quindi a diventare un centro di ricerca sempre più ricco e complesso, in grado di rispecchiare una società sempre più multiculturale e di profilo internazionale e di valorizzare l’idea di un luogo dinamico, aperto, accogliente e partecipato.  

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