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Gap chiude per sempre il negozio in centro a Milano

Il marchio statunitense ha deciso di lasciare l'Italia: i suoi punti vendita (tutti tranne quello di corso Vittorio Emanuele II) sono stati acquistati da Ovs

Le luci che illuminano le cinque vetrine del negozio Gap su corso Vittorio Emanuele II hanno le settimane contate. Sei, esattamente: al termine della prima di ottobre 2022 lo store più rappresentativo del marchio statunitense sul territorio di Milano chiuderà definitivamente. E pensare che il loro posizionamento nell'esclusivo scacchiere dei locali commerciali alle spalle del Duomo risale ad appena 12 anni fa. Era il 20 novembre 2010 quando le vetrate del neo inaugurato Gap festeggiavano l'apertura con un 'Hello Milan', scritto in blu e collocato accanto all'iconica insegna. 

Oggi, quelle stesse finestre che insistono su uno dei principali corridoi dello shopping meneghino, riportano scritte di tutt'altro tenore anche se paradossalmente con colori più gioiosi: spicca il giallo 'svuota tutto', su uno sfondo fucsia. Stessi colori ma invertiti per il 'tutto scontato (prezzi mai visti)'. Sempre in giallo ma su sfondo azzurro gli annunci degli sconti al 50, 60%. Così come giallo, su nero, è l'avviso che recita 'chiusura totale (solo questo punto vendita)'. Come gli stessi commessi e commesse a MilanoToday: "Fuoritutto, chiudiamo".

Chiude il negozio Gap

Il negozio ammiraglia sarà l'unico a tirare giù le saracinesche davvero, dopo la scelta del brand di cedere tutti gli store (11) mono marca in Italia a Ovs. Gap, nato nell'estate del '69, a San Francisco, da un'idea di Doris e Don Fisher, ha infatti deciso di porre fine alla sua storia commerciale con il Belpaese. Un'avventura durata poco più di un decennio: nell'arco di un anno, dopo l'apertura milanese del 2010, l'azienda aveva aperto altri 9 spazi lungo la penisola ma ora, complice le difficoltà piovute dal nulla con la lunghissima pandemia da Covid 19, la strategia è un'altra. Per questo all'inizio del 2022 Gap, dopo le trattative con le organizzazioni sindacali sul futuro dei dipendenti, ha ceduto.

Una soluzione che fa felice una realtà italiana come Ovs ma che si somma agli addii di altre realtà multinazionali e autoctone che dopo gli anni della pandemia hanno preferito 'mollare' gli investimenti e i progetti di gloria che questi supportavano. "Gap - le parole del ceo Ovs, Stefano Beraldo - è un brand iconico amato e riconosciuto da tutti gli italiani che visitano gli Usa. Nello sviluppo del nostro modello di business, riteniamo che questo accordo contribuisca a creare valore per il nostro gruppo e rappresenti un ulteriore passo nell'evoluzione della strategia di Ovs che diventa sempre più una piattaforma aperta a collaborazioni con altri brand, coerenti con il suo posizionamento e i suoi valori. Utilizzeremo la nostra grande esperienza nel retail e la nostra creatività per accrescere lo sviluppo di Gap nel nostro paese, sia sui canali fisici che digitali".

L'incontro tra le due aziende, in realtà, era cominciato nel 2020 con un accordo di franchising che prevedeva l'inserimento della linea bambini di Gap negli store Ovs, oltre alla possibilità d'acquisto di prodotti Gap nell'e-commerce Ovs. La scelta di Gap, insomma, è quella di liberarsi del peso della gestione dei negozi ma non quella di far sparire il brand dal mercato. Fa rabbrividire pensare che a gennaio 2022 l'azienda abbia iniziato a vendere felpe digitali con cappuccio, sotto forma di Nft, una sorta di primo test di come potrebbe essere l'attività commerciale nel Metaverso, lontano dalla realtà. Il nuovo modello economico fa fulcro sulle partnership e sull'universo digitale ma non tiene conto del significato simbolico che la chiusura del negozio in centro a Milano - 2.400 metri su tre piani - comporta. E le vetrine colorate, ma stonate, in corso Vittorio Emanuele lo confermano.

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