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Più di 150 lavoratori licenziati via mail: il tribunale respinge il ricorso dei sindacati

Vertenza Gianetti: il tribunale respinge il ricorso dei sindacati contro i 152 licenziamenti arrivati a luglio via mail. E il futuro dei lavoratori è sempre più nero

Opposizione respinta. Il tribunale di Monza ha bocciato il ricorso presentato da Fiom Cgil Brianza, Fim Cisl Milano Brianza e Uilm Milano Monza Brianza sulla procedura di licenziamento dei 152 lavoratori della Gianetti Ruote di Ceriano Laghetto, che ha annunciato la chiusura dello stabilimento e ha dato l'addio ai dipendenti con una comunicazione via mail arrivata a inizio luglio. 

Stando a quanto appreso, con un documento depositato lo scorso 29 luglio, le organizzazioni sindacali avevano presentato ricorso contro il provvedimento chiedendo di accertare e dichiarare l'illegittimità della procedura di licenziamento collettivo ipotizzando eventuali comportamenti antisindacali della società. Che però evidentemente non sono stati rilevati dal giudice monzese, che scrive: "La violazione degli obblighi informativi previsti dal contratto collettivo nazionale e, quindi, un comportamento antisindacale della società non appaiono provati, a fronte del calendario di incontri quasi mensili tenutisi tra la direzione e i rappresentanti sindacali. Ciò che emerge è, invece, senza dubbio, una importante e marcata difficoltà di comunicazione nelle relazioni industriali contraddistinta da un accesso conflitto tra le parti", riportando il decreto conclusivo di un altro procedimento ex art. 28 della legge 300/1970 tra le stesse parti, relativo allo “svilimento dell’attività sindacale per reiterato rifiuto di un confronto sul piano industriale ed occupazionale”.

E ancora nella sentenza si legge: "Non pare divisabile alcuna violazione della norma citata, avendo la società resistente ritualmente inoltrato il 3.7.2021 alle sigle ricorrenti compiuta comunicazione scritta di avvio della procedura di licenziamento collettivo (cfr. doc. 21 res.), da intendersi “preventiva” alla riduzione del personale, non già a qualunque altra comunicazione con i lavoratori (...). Neppure pare che GIANETTI FAD WHEELS S.R.L si sia rifiutata di svolgere l’esame congiunto previsto dal citato art. 4 con le organizzazioni sindacali, essendo rimasta incontestata la partecipazione a numerosi incontri deputati allo scopo, successivamente alla comunicazione di avvio del 3.7.2021". 

“Con grande rammarico e con amara sorpresa apprendiamo che il tribunale di Monza ha respinto il ricorso ex art. 28 dello statuto dei lavoratori avverso la procedura di licenziamento per la chiusura del sito brianzolo”, hanno fatto sapere Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto, e Vittorio Sarti, segreterio della Uilm di Milano. “La pronuncia giudiziaria purtroppo colpisce centocinquanta lavoratori, precipitandoli nella disperazione e condannandoli a un licenziamento che noi continuiamo a reputare ingiusto. Ci riserviamo di impugnarla, dopo averne accuratamente analizzato le motivazioni con i nostri legali. Ma di certo, in ogni sede giudiziaria o sindacale o istituzionale che sia, proseguirà la nostra battaglia per fermare l’atteggiamento predatorio di quelle imprese che si dimostrano prive di ogni responsabilità sociale", hanno concluso. 

Sulla stessa lunghezza d'onda Pietro Occhiuto, segretario Fiom Cgil Monza Brianza: "Quella di oggi è una sentenza che non rende giustizia ai 152 lavoratori della Gianetti che sono stati ingiustamente licenziati. Non si può accettare che le lavoratrici ed i lavoratori vengano licenziati in questa maniera. Per questo motivo, con i nostri legali, - ha preannunciato il sindacalista - stiamo valutando di fare ricorso rispetto alla sentenza". 

I sindacati, in effetti, qualche speranza la nutrivano. Lo scorso 4 ottobre, quando la protesta era approdata fuori dallo stabilimento Gianetti di Carpenedolo, nel Bresciano, dalla Uilm erano arrivate parole incoraggianti. "Speriamo che il tribunale di Monza faccia giustizia sulla vertenza di Gianetti ruote e dia il tempo necessario per trovare la migliore soluzione per i 152 lavoratori coinvolti. Ciò che sta accadendo in Gianetti ruote è emblematico di quanto sta accadendo nel nostro Paese e in particolare nel settore auto. A differenza di altri Stati, dove molte potenze industriali stanno riportando nel territorio le produzioni prima delocalizzate, in Italia continuiamo a subire queste le delocalizzazioni, con gravi conseguenze occupazionali. L'Italia deve capire che l'industria è alla base del benessere nazionale e della sua sovranità". Martedì, però, è arrivata una nuova mazzata per i lavoratori. E il futuro all'orizzonte è sempre più scuro. 

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