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Attualità Chinatown / Piazzale Antonio Baiamonti

Glicine e (alcuni) alberi sono salvi: la vittoria dei milanesi

Dopo settimane di proteste e appelli, il Comune ha finalmente accettato la proposta di modificare il progetto del museo della Resistenza per risparmiare le piante

Per una volta le proteste dei cittadini non sono rimaste inascoltate. Per una volta gli alberi e le piante patrimonio di Milano sono state risparmiate dalla cementificazione. Dopo settimane e settimane di appelli e presidi, il monumentale glicine e i grandi tigli di piazzale Baiamonti, destinati al taglio per fare spazio al nuovo museo della Resistenza, sono salvi. 

"Vittoria - annuncia il consigliere comunale di Milano, Carlo Monguzzi (Verdi) -. Il comune finalmente modifica il progetto e salva gli alberi come stiamo chiedendo da tempo noi e tutta la città. Bastava veramente poco. I cittadini andranno al Museo ammirando il glicine e i tigli. Viva la Resistenza, viva la natura. Noi e il buonsenso abbiamo vinto". La decisione è maturata a seguito di incontri tra Palazzo Marino, il ministero e i progettisti.

"Dopo mesi di battaglie e di assurda resistenza del sindaco e di tutti gli assessori che volevano a tutti i costi abbattere gli alberi, ora il Comune fa retromarcia e modifica il progetto come avevamo chiesto - ha continuato Monguzzi -.Ma deve essere tutto fatto col massimo della trasparenza e condivisione con i cittadini e con il consiglio comunale. Abbiamo vinto, ma vigileremo".

L'annuncio di Sala

"La nostra proposta è la seguente e mi sembra una proposta che ha riscontrato positività: salvare integralmente il glicine, che verrà potato per permettere i lavori ma in un paio di anni tornerà esattamente come oggi - ha detto il sindaco di Milano, Beppe Sala, che nella mattinata ha incontrato i promotori della raccolta firme per salvare il verde -. Poi ci sono cinque piante, quattro tigli e un bagolare, i due tigli li possiamo salvare al 100%, sugli altri si lavorerà". "Mi pare di capire che questa proposta sia stata presa positivamente - ha continuato Sala - e mi attendo che in giornata ci sia, dalle persone presenti al tavolo, una conferma, perché noi ci siamo impegnati domani a consegnare i terreni" al ministero della Cultura. Quindi "considero quella di oggi la giornata conclusiva di questo percorso e spero e ritengo che possa andare tutto bene". "Si sta lavorando a una modifica del progetto, che però mi rende tranquillo perché non comporta costi eccessivi", ha concluso il primo cittadino.

Lunedì 29 maggio circa 200 persone avevano dato vita all'ennesima protesta per chiedere al Comune e al ministero della Cultura di risparmiare gli alberi e il glicine modificando il progetto della piramide Herzog, futura sede del museo della Resistenza. La battaglia per salvare le piante e di piazzale Baiamonti ha visto schierati più di 50mila milanesi, che avevano firmato una petizione su change.org, alcune sezioni 'ribelli' di Anpi, i comici Giovanni Storti e Germano Lanzoni, il gruppo Elio e le storie tese e il presentatore Fabio Volo. Nonostante i numerosi appelli, per più di un mese e mezzo il ministero della Cultura, il sindaco di Milano Beppe Sala e il presidente di Anpi Roberto Cenati si erano detti favorevoli all'abbattimento degli alberi per costruire la piramide dello studio Herzog. Alla fine però a vincere, con l'aiuto di alcuni personaggi dello spettacolo, sono stati i residenti.

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