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Sala spiega perché ha incontrato i rapper di San Siro: "Bisogna pensare alle cose che non vanno"

Durante l'incontro, Sacky e Rondo da Sosa hanno parlato di un centro d'aggregazione che manca nel quartiere: "Adesso ci lavorerò"

"Potevo condannarli e cavarmela". Così Beppe Sala, sindaco di Milano, tornando sull'incontro con i due rapper di San Siro dopo che, sabato 10 aprile, durante le riprese del video di Neima Ezza, si era generato un assembramento di circa trecento ragazzi. Come è noto, le forze dell'ordine erano intervenute per disperderli e ne era sorto un parapiglia con sassaiola alle camionette della polizia e, in risposta, il lancio di un lacrimogeno. La polizia aveva poi effettuato perquisizioni nel quartiere, ai danni dei ragazzi più "scatenati", nonché di tre rapper: lo stesso Neima Ezza, Baby Gang e Zefe, quest'ultimo riconosciuto con un machete durante il pomeriggio movimentato.

L'incontro con i due rapper

Nel frattempo Sala ha incontrato altri due rapper del quartiere. "Ho fatto una cosa che sapevo mi avrebbe portato critiche", ha ricordato giovedì 22 aprile a margine del lancio dei network tematici a supporto della sua campagna elettorale: "Ho chiamato don Claudio Burgio, un prete vicino a don Rigoldi, e lui è venuto da me con due di questi ragazzi. Loro mi hanno spiegato che a San Siro non c'è un centro di aggregazione e adesso io ci lavorerò".

I due rapper sono Rondo Da Sosa e Sacky. Molto amati dagli adolescenti e membri, anche loro come Neima Ezza, dalla crew "Seven Zoo", dal nome della (ex) Zona 7, quella (anche) di Baggio e San Siro. Don Burgio è il fondatore della comunità di accoglienza Kayros, che si occupa del recupero di ragazzi difficili e in condizioni di marginalità. L'incontro tra Sala e i rapper a Palazzo Marino ha destato molte critiche politiche al sindaco.

"Chi è più debole va aiutato"

"Prima pensiamo alle cose che non vanno, alle nostre fragilità e riconosciamole. E poi, se saremo bravi, le risolveremo. Però mai girarsi dall'altra parte", ha detto ancora Sala giovedì: "Ci dobbiamo provare insieme e anche con un atteggiamento mai da puzza sotto il naso. Siamo un'unica comunità. E chi è più debole va aiutato, senza demagogia. Se ci si cura e ci si prende cura degli altri insieme, è un grande valore. Questa è la realtà. Sentiamoci in grado di curare al meglio la città nelle piccole e nelle grandi cose. E facendolo cureremo anche noi stessi".

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