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Salute

Torna l'influenza aviaria in Lombardia: le zone "sorvegliate"

I virus aviari non sono in grado di trasmettersi con efficienza all’uomo, ma possono farlo in determinate condizioni

Torna l'influenza aviaria in Italia. In un allevamento di Galliavola (Pavia), in Lomellina, è stato riscontrato un focolaio di aviaria, del ceppo H5N1. Sono stati i veterinari di Ats Pavia ad accertarlo. Sono già state abbattute alcune centinaia di capi di bestiame (tra polli, anatre e animali selvatici). Sono state inoltre definite una "zona di protezione" che coinvolge i comuni di Galliavola (Pavia), Pieve del Cairo (Pavia), Villa Biscossi (Pavia), Ferrera Erbognone (Pavia) e Lomello (Pavia), e un'altra di "sorveglianza" che interessa complessivamente 26 centri.

Nella "zona di protezione", che resterà in vigore sino al prossimo 21 novembre, il pollame dovrà restare isolato e sarà vietato muoverlo senza l'autorizzazione dei veterinari di Ats. E' prevista anche l'istituzione di un registro di visitatori degli allevamenti, con il divieto di trasportare carni di pollame dai depositi frigoriferi e dai macelli. La "zona di sorveglianza", nella quale verranno censite tutte le aziende avicole e gli animali presenti, resterà in vigore sino al 30 novembre. E' prevista inoltre una sorveglianza sierologica e virologica per verificare la possibile diffusione dell'influenza aviaria nelle aziende della "zona di protezione". 

La prima positività all'influenza aviaria ad alta patogenicità del tipo H5N1 è stata registrata il 22 settembre scorso da parte del Centro di referenza nazionale per l'influenza aviaria dell'Istituto Zooprofilattico delle Venezie, in un allevamento multispecie sito nel Comune di Silea, Treviso: ulteriore positività HPAI (all'aviaria) è stata confermata il 18 ottobre in un allevamento di polli da carne nel Comune di Ronco all'Adige (Verona) e il 19 ottobre in un allevamento di tacchini da carne nel Comune di Quinzano (Brescia).

I focolai di aviaria in Italia

Al 2 novembre i focolai accertati di aviaria sarebbero 7, e tutti il Nord Italia. In Veneto il presidente Luca Zaia ha già firmato un'ordinanza che estende la cosiddetta Zur, ovvero la Zona di ulteriore restrizione, a decine di Comuni delle province di Padova, Verona e Vicenza. Nelle Zur, accanto a norme di profilassi veterinaria e disposizioni venatori, sono in vigore anche le seguenti norme generali (più altre specifiche inserite nell'ordinanza veneta):

  • il pollame e i volatili in cattività presenti negli allevamenti all'aperto devono essere tenuti al chiuso;
  • sono vietate fiere, esposizioni, mostre e mercati di pollame e uccelli domestici;
  • gli automezzi destinati al trasporto di animali vivi e di prodotti devono essere lavati e disinfettati e trasportare una singola partita di animali o prodotti destinata a un singolo impianto, senza effettuare ulteriori carichi/scarichi durante il tragitto.

Cos'è l'influenza aviaria?

L'influenza aviaria è una malattia virale che colpisce per lo più gli uccelli selvatici. Questi fungono da serbatoio e possono eliminare il virus attraverso le feci. Solitamente tali uccelli non si ammalano, ma possono essere molto contagiosi per gli uccelli domestici quali polli, anatre, tacchini e altri animali da cortile. L’influenza nel pollame si può presentare nella forma causata da ceppi a bassa patogenicità (LPAI) e da ceppi ad alta patogenicità (HPAI). La malattia è soggetta ad obbligo di denuncia.

L’influenza aviaria è una malattia altamente contagiosa dei volatili. Benché i virus influenzali umani ed aviari appartengano alla stessa famiglia e tipo, i virus aviari non sono in grado di trasmettersi con efficienza all’uomo, ma possono farlo sporadicamente e in determinate condizioni, che prevedono un’esposizione attraverso il contatto diretto con volatili morti o ammalati, con superfici o materiali contaminati da escreti e secreti infetti (es. feci), attraverso le mucose (orali, oculari, nasali), o mediante aerosol infetti.

Condizione essenziale perché virus che normalmente sono ospitati da animali diventino patogenici per l’uomo è che nel processo di riassortimento acquisiscano geni provenienti da virus umani, che li rendano quindi facilmente trasmissibili da persona a persona. I casi di influenza aviaria su uomo sono invece casi di trasferimento diretto da pollame infetto a persone. Il rischio principale, che fa temere l’avvento di una nuova pandemia dopo le tre che si sono verificate nel corso del XX secolo (1918, 1957, 1968), è che la compresenza del virus aviario con quello dell’influenza umana, in una persona infettata da entrambi, faciliti la ricombinazione di H5N1 e lo renda capace di trasmettersi nella popolazione umana.

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