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La salute dei milanesi a rischio per la pessima aria

L'allarme lanciato da Legambiente con la pubblicazione del dossier Mal'Aria

Vento provvidenziale quello degli ultimi giorni, che ha ripulito l'aria inquinata della città. Ma ancora troppo poco, purtroppo, per affrontare l'intero anno a venire. Lo denuncia il report Mal'Aria di Legambiente, mettendo in evidenza come la salute dei milanesi sia fortemente a rischio per via delle polveri sottili.

“Se è vero che, guardando ai trend di lungo periodo, nei decenni abbiamo assistito ad un indiscutibile miglioramento della qualità dell’aria respirata dai cittadini lombardi - afferma Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia - è anche vero che il miglioramento non scalza il primato negativo che la Lombardia, e in generale, la Pianura Padana, detengono rispetto al resto d’Europa. Basta un’annata con condizioni atmosferiche come quelle vissute a gennaio e a vanificare ogni passo in avanti. Forse di passi, ne servono molti e molti di più”.

Aria pessima a Milano a gennaio 2022

Come evidenzia il dossier dell'associazione ambientalista, infatti, a gennaio, i dati relativi all’inquinamento da polveri sottili misurati nei capoluoghi lombardi sono in netta controtendenza rispetto al 2021: il mese di gennaio 2022 ha presentato, complessivamente, un conto dell’inquinamento che fa segnare rispetto all’anno precedente un grave peggioramento, di oltre il 35% come media riferita alle concentrazioni misurate nei capoluoghi di provincia nel loro complesso, con dati particolarmente negativi nelle città di Milano e Monza, seguite dalle città della bassa pianura. Solo Sondrio, Varese e Lecco sono riuscite a mantenere un dato medio di qualità dell’aria all’interno dei valori richiesti dalle norme europee (40 microgrammi/mc), ma comunque molto superiore alla raccomandazione dell'Organizzazione mondiale della sanità (15 microgrammi/mc).

Il fenomeno di accumulo delle polveri sottili è stato preoccupante anche come durata, soprattutto a Milano e Monza, dove nell’arco di un solo mese sono stati ‘consumati’, rispettivamente, ben 23 e 25 dei 35 giorni annui in cui le norme europee consentono di eccedere la soglia limite per la salute, costituita dalla concentrazione di 50 microgrammi di Pm10 per metro cubo di aria.

“I polmoni dei lombardi, proprio durante il picco dei contagi covid, sono stati messi a dura prova dallo smog – dichiara Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia – con una Regione che ha assistito impotente alla crescita degli inquinanti, attivando misure di contenimento inefficaci presenti nel Protocollo firmato dalle Regioni del Nord, che però si sono rivelate tardive e a macchia di leopardo. Le limitazioni a traffico e sistemi di riscaldamento sono necessarie per cercare di limitare i danni dello smog alla salute, ma devono essere attivate in modo tempestivo, con una comunicazione istituzionale adeguata e mobilitando le polizie locali per prevenzione e controlli".

La città dovrebbe ridurre le polveri sottili fino all'80%

La richiesta dell'associazione è quindi quella di attivare misure trasversali a tutti settori che contribuiscono a inquinare l'aria, dagli allevamenti intensivi, ai motori diesel, passando per gli impanti di combustione di biomasse. Rientrare nei limiti anche a fronte della revisione della Direttiva europea sulla qualità dell’aria richiede azioni immediate e a 360 gradi. Per raggiungere gli obiettivi raccomandati dall’Oms, in particolare, Milano dovrebbe ridurre le concentrazioni annuali di Pm10 del 50%, così come Brescia, Lodi, Mantova e Cremona. Per il Pm2,5, particolato più fine che maggiormente desta preoccupazione per la salute, l’obiettivo di riduzione per città come Milano e Cremona dovrebbe essere addirittura tra il 75 e 80% su base annua. Stessa sorte per il biossido di azoto, No2, con una riduzione ipotizzata al 74% per Milano, seguite da Como, Bergamo, Pavia e Monza che dovranno ridurre le concentrazioni annuali del 68%.

Le soluzioni per far sì che i milanesi smettano di ammalarsi a causa dell'inquinamento dell'aria sono chiare anche se ancora purtroppo lontane dall'essere adottate. Perché si possa tornare a respirare aria di migliore qualità urge mettere fuori legge le auto inquinanti, riqualificare il patrimonio edilizio e renderlo meno inquinante, vietare lo spandimento invernale di liquami sui campi e ridurre il numero di animali allevati, il traffico automobilistico e la congestione stradale nelle città.

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