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Inquinamento a Milano, l'idea della Coldiretti: "Creare oasi mangia smog nelle città"

A provocare lo smog è l’effetto dei cambiamenti climatici, del traffico e dei limitati spazi verdi

Lo smog non dà tregua in Pianura Padana. Nonostante lo smart working diffuso i livelli di pm10 continuano a superare le soglie di allarme per la salute. La soluzione? Per la Coldiretti potrebbe essere quella di creare oasi mangia smog nelle città dove respirare area pulita grazie alla piantumazione degli alberi più efficaci nel catturare i gas ad effetto serra e bloccare le pericolose polveri sottili. Lo dicono in occasione del primo giorno dell’entrata in vigore delle misure temporanee di primo livello in diverse province lombarde, a causa della nuova allerta smog.

L’inquinamento dell’aria – afferma la Coldiretti Lombardia sulla base dell’indagine Coldiretti/Ixè – è considerato dal 47% degli italiani la prima emergenza ambientale. Bisogna quindi intervenire in modo strutturale ripensando lo sviluppo delle città e favorendo la diffusione del verde pubblico e privato con le essenze più adatte alle condizioni climatiche e ambientali dei singoli territori.

Lo smog nelle città lombarde

A provocare lo smog nelle città – continua la Coldiretti – è l’effetto combinato dei cambiamenti climatici, del traffico e della ridotta disponibilità di spazi verdi. In Lombardia, in particolare, a Lecco ogni abitante ha a disposizione 15,4 metri quadrati di verde urbano; a Milano 18,1; a Varese 19,9. Seguono poi Pavia con 23,8; Bergamo con 25,2; Brescia con 25,8 metri quadrati per abitante; Cremona con 28,3 metri quadrati; Mantova con 38,7 metri quadrati; Lodi con 57,6; Como con 70; Monza con 70,5 metri quadrati per abitante. A Sondrio, invece, si registrano 297 metri quadrati di verde urbano pro capite. 

Il ripopolamento arboreo di parchi e giardini – sottolinea la Coldiretti – è la chiave di volta ambientale: il progetto “Bosco vivo e foreste urbane”, presentato da Coldiretti e Federforeste, si propone di piantare in Italia, con le risorse del Recovery Fund, 50 milioni di alberi nell’arco dei prossimi cinque anni nelle aree rurali e in quelle metropolitane, anche per far nascere foreste urbane con una connessione ecologica tra le città, i sistemi agricoli di pianura a elevata produttività e il vasto e straordinario patrimonio forestale presente nelle aree naturali.

Il progetto si pone anche l’obiettivo di gestire il patrimonio forestale in maniera sostenibile per contribuire al raggiungimento della cosiddetta “neutralità climatica” entro il 2050 favorendo lo stoccaggio del carbonio da parte delle superfici forestali e delle foreste urbane. Un impegno importante anche per assicurare un presidio attivo contro il dissesto idrogeologico, incendi ed altre forme di impoverimento dei territori, contrastare l’abbandono di tale aree e valorizzare la filiera del legno 100% Made in Italy.

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