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Attualità Sempione / Viale Giorgio Byron

Alla Triennale di Milano è esposta un'installazione sulla paternità

"Una poetica e raffinata riflessione sul tema", l'ha definita Stefano Boeri

"Una poetica e raffinata riflessione sul tema della paternità". Così il presidente della Triennale Stefano Boeri ha definito 'Tatay' la videoinstallazione esposta nel museo milanese e visibile gratuitamente.

Installazione paternità triennale-2

(L'installazione)

Aperta al pubblico da venerdì 29 ottobre, l'opera, realizzata da Marina Ballo Charmet, con la collaborazione di Ludovico Einaudi, si chiama Tatay, che in filippino significa 'papà'.

L'installazione è un ambiente sonoro: nel buio il visitatore sente dodici voci susseguirsi e intrecciarsi fino a formarne un'unica che diventa ancestrale e primordiale. I suoni sono le ninna nanna che i padri di diversi Paesi cantano ai loro bambini nella loro lingua. A completare l'opera, infine, un video con l'immagine di un gesto che si ripete: quello di un padre che culla il suo piccolo.

"La videoinstallazione di Marina Ballo Charmet - dice l'archistar Boeri - è una poetica e raffinata riflessione sul tema della paternità in cui suono e immagine si intrecciano e si rafforzano a vicenda per riportare a voci e gesti privati, personali, afferenti alla sfera del quotidiano, ma al contempo universali e ancestrali". 

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