Le barche dei migranti 'rivivono': il legno sarà usato dai detenuti falegnami di Opera
L'iniziativa resa possibile grazie a una fondazione che si occupa del recupero dei detenuti
Dieci imbarcazioni in legno utilizzate per raggiungere Lampedusa dalle coste africane, e sequestrate dalle forze dell'ordine italiane, sono state affidate per finalità sociali alla fondazione Casa dello Spirito e delle Arti di Milano, che ha sede sull'Alzaia Naviglio Grande.
Il via libera del ministro dell’Interno, che ha accolto la richiesta della fondazione, è stata resa possibile grazie all’attività di coordinamento svolta dal prefetto di Agrigento, Maria Rita Cocciufa, con il supporto della procura che ha rilasciato i necessari nulla osta e ha consentito all’ufficio delle dogane di procedere all’individuazione e all’affidamento delle imbarcazioni, per le quali l’autorità giudiziaria aveva già disposto la distruzione e lo smaltimento.
Opere d'arte dei detenuti
Con il legname ricavato, l'ente avvierà un progetto di reinserimento sociale consistente nella realizzazione di opere d’arte da parte della falegnameria in cui prestano servizio i detenuti del carcere di Opera. La falegnameria è diretta da Francesco Tuccio, l'artigiano che, sostenuto dalla stessa fondazione, con il legname delle barche dei migranti aveva in passato realizzato la Croce di Lampedusa,