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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Adriano Celentano scrive a Corona: "A te 14 anni e gli assassini fuori dopo 5 o 6 anni"

La lettera del "molleggiato" a Fabrizio Corona, che da giovedì è in ospedale a Niguarda

Una tirata d'orecchie per le "tante stronzate" fatte nella vita. E un abbraccio, virtuale, di solidarietà e vicinanza. Nelle scorse ore Adriano Celentano ha pubblicato sui social una lettera indirizzata a Fabrizio Corona, il 46enne ex re dei paparazzi che lo scorso giovedì doveva tornare in carcere dopo che il tribunale di sorveglianza aveva deciso di sospendere il differimento della pena concesso nel dicembre del 2019 per permettergli di curarsi da alcuni problemi legati alla dipendenza dalla droga. 

Quel giorno, appena appresa la sentenza, Corona si era ferito da solo apparendo insanguinato sui suoi canali social e aveva poi reagito contro i poliziotti, che avrebbero dovuto riportarlo in carcere, rompendo anche il vetro di un'ambulanza. A quel punto era stato ricoverato nel reparto di psichiatria del Niguarda e aveva iniziato lo sciopero della fame, che prosegue ancora.

"Caro Fabrizio, anch'io, come chiunque abbia potuto vedere la scena straziante trasmessa da Giletti, sono rimasto profondamente colpito nel vedere il dolore e la disperazione di una madre che, aggrappata alla tua giacca, piangeva e ti supplicava di stare calmo. Un dolore così grande che pareva uscire dallo schermo, quasi come a sciogliere una lacrima di chissà quanta gente ti stava guardando. E mentre anch'io, a fatica, cercavo di fermare la mia, di lacrima, tutto ad un tratto, come un fulmine a ciel sereno, il mio pensiero di è fermato su di te", ha scritto il "molleggiato". 

"Sulla tua persona... tu hai fatto tante stronzate nella vita, la più grossa e direi la più pericolosa, è quella di aver indotto i giudici a darti una punizione spropositata. Con la scusa di sommare le tue colossali cazzate, cioè ogni cazzata una punizione, ti hanno dato 14 anni di prigione. E qui, secondo me, sta la grande ingiustizia della giustizia italiana - il j'accuse di Celentano -. Si danno 14 anni ad uno come te, che fatto sì, cose punibili dalla legge, ma non a tal punto da equiparare i tuoi madornali errori di vita a chi uccide una persona. Non si contano i casi di individui che hanno assassinato una o più persone e, solo dopo 5 o 6 anni di buona condotta, escono di prigione. Forse è ora che la politica, anziché intraprendere affari con quei paesi che fanno sparire le persone tagliandole a pezzi, dica qualcosa sull'arrangiamento giustizia". 

"Caro Fabrizio, il dolore di tua madre è grande, come grande sarà quello di tuo figlio. Un bellissimo ragazzo che si trova 'nel bel mezzo' di una grande decisione... che dovrà necessariamente partire da te. Solo tu - ha concluso Celentano nella sua lettera - puoi aggiustare il sentiero, non solo della tua vita, ma quella di tutte le persone che aspettano un tuo segnale, comprese le migliaia di persone che ti seguono su internet".

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