La regina Elisabetta risponde ai bimbi di Senago (Milano)
Gli alunni della IIIa dell'istituto comprensivo Leonardo Da Vinci le avevano scritto una lettera
Hanno scritto alla regina Elisabetta d'Inghilterra, ma forse non si aspettavano di ricevere una risposta. Invece hanno ricevuto una lettera proveniente proprio dal castello di Windsor. È successo agli alunni della IIIa A dell’Istituto Comprensivo Leonardo Da Vinci (plesso Madre Teresa di Calcutta) di Senago, hinterland nord di Milano.
I bambini, invitati dall’insegnante di inglese, qualche tempo avevano scritto alla sovrana anche per farle le condoglianze dopo la scomparsa del marito, Filippo di Edimburgo, ma senza nessuna pretesa che rispondesse. Invece hanno trovato la lettera nella cassetta della posta, il timbro del Regno Unito e lo stemma reale sulla busta non hanno lasciato dubbi. Nella missiva, scritta dal castello inglese, la dama di compagnia di Elisabetta, Annabel Whitehead ha scritto che la Regina l’aveva incaricata di salutare e ringraziare gli alunni per il bel pensiero che hanno avuto per Lei.
"Il messaggio che gli insegnati vogliono trasmettere ai loro ragazzi - si legge in una nota dell'istituto - che è anche nello spirito dell’Istituto, è la necessità di aprire la mente e diventare cittadini globali, sia imparando una lingua straniera, sia semplicemente rendendosi conto che esiste sempre un altrove, un altro, una diversità che sono spesso risorsa e opportunità". E che studiando, osando, avendo il coraggio di andare oltre si può arrivare ovunque. Se la Regina Elisabetta, simbolo della storia della monarchia inglese, ha risposto a dei bambini in una scuola tanto piccola di periferia, significa che tutti possiamo osare di sognare cosa vogliamo diventare davvero. Crediamo che sia compito principale degli adulti, dei genitori e dei docenti dare ai bambini importanti opportunità formative".
"L’impegno quotidiano degli insegnanti - continua il commento della scuola - è quello di trasmettere ai propri alunni che andare a scuola, leggere, essere curiosi, sono strumenti per conoscere, a volte per raggiungere quei luoghi in cui è stata fatta la storia e continua ad esserlo, in un’ottica globale. Se la nostra scuola, composta da meno di 100 alunni, è riuscita a 'toccare' il cuore di una regina, allora tutti dovremmo osare di più e avere ancora e sempre il coraggio e il privilegio di insegnare anche quando la nostra professione sembra aver perso la sua antica autorevolezza".