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Treni in Lombardia

Trenord e la lettera ai clienti: "Contro di noi parole violente e disinformazione"

Una lettera inviata via email a tutti i clienti per snocciolare i dati su assunzioni, soppressioni, calo degli utenti. Di Marco (5 Stelle): "I pendolari si erano rivolti a Fontana, inaccettabile che risponda l'azienda". Bussolati (Pd): "Toni arroganti"

Una lunga lettera di autodifesa (ma anche di attacco) firmata Trenord (per l'esattezza da Paolo Garavaglia, direttore comunicazione e relazioni esterne) e inviata ai suoi clienti, non solo gli abbonati: basta avere dato l'indirizzo email all'azienda per riceverla. Una lunga lettera per rispondere alle critiche sulla gestione del servizio ferroviario regionale in epoca di pandemia covid. Una missiva dai toni talvolta piuttosto accesi, in cui si parla senza mezzi termini di "disinformazione" (da parte di altri, sottinteso), ma anche piena di numeri per spiegare la situazione pre e durante la pandemia.

"Trenord è stata pesantemente criticata", si legge: "Si è detto che la pandemia sarebbe l’alibi dietro il quale si nascondono problemi irrisolti da anni e che è in atto una sorta di progressiva riduzione del servizio ferroviario regionale. Nei confronti di Trenord sono state usate espressioni violente come 'disastro, incubo, degrado, punizione'. Abbiamo sempre rispettato le opinioni di tutti, ma dinanzi a tanta accanita disinformazione, crediamo doveroso rivolgerci direttamente a voi, clienti e viaggiatori, per darvi i dati reali di quanto accaduto ed offrirvi le corrette spiegazioni".

Quanti treni può garantire Trenord in pandemia

In periodi normali, Trenord riusciva ad effettuare circa 2.200 treni al giorno nei giorni feriali, 1.900 il sabato e 1.600 nei festivi. Per Trenord lavorano circa 2.250 tra macchinisti e capotreno e, prima della pandemia, tra il personale viaggiante si registravano fino a 150 assenze giornaliere tra malattia, permessi, ferie e altre motivazioni. Le assenze sono raddoppiate all'inasprirsi dei contagi toccando quota 300. Le punte d'assenza del 15% non consentono, ovviamente, di avere personale sufficiente a colmare il gap. L'azienda, dunque, oggi è in grado di fornire circa 2.000 treni al giorno, già aumentati rispetto alle vacanze di Natale.

Trenord risponde anche all'accusa di avere ridotto troppo l'offerta rispetto ad altre regioni: "Niente di più falso", scrive specificando che l'offerta è stata ridotta del 12% a Natale e del 10% a gennaio 2022, contro il taglio del 9% in Emilia Romagna, del 17% in Liguria, dell'11% in Piemonte e del 12% in Veneto.

Crollo dei passeggeri

Lo 'shock' reale si è avuto semmai nel numero dei clienti, crollati drasticamente raggiungendo, oggi, a stento i 375 mila passeggeri al giorno, contro gli 800 mila prima del covid. Un crollo della domanda (e dei ricavi) che comunque fa sì, secondo l'azienda, che i 2.000 treni circolanti siano ampiamente sufficienti, e ciò è dimostrato dal fatto che, sempre secondo l'azienda, nessun treno avrebbe mai superato l'80% di soglia di capienza consentita dalle prescrizioni anti covid. 

Infrastrutture limitate (e i "sedicenti rappresentanti dei viaggiatori")

E, a chi chiede di aumentare i treni, oltre ad ammettere che il "record del 2018 (2.300 treni al giorno) era effimero", Trenord ribatte che "in Lombardia le infrastrutture sono sature, i binari non possono reggere tanto traffico ferroviario. Il 53% delle linee lombarde è a binario unico, come fossero strade a senso alternato. La Lombardia ha un deficit infrastrutturale rispetto alle potenzialità della domanda. Sui binari regionali, in particolare, nel nodo di Milano, oltre a Trenord, circolano l’Alta Velocità, la lunga percorrenza anche internazionale e le merci".

Chiedere ancora più treni, insomma, sarebbe "velleitario", secondo Trenord, che poi punta il dito su "qualche sedicente rappresentante dei viaggiatori" che, ahilui, "vorrebbe far credere" diversamente: "La capacità del sistema non è infinita". La prova? Quando il servizio di Alta Velocità è diminuito, la puntualità di Trenord è aumentata di 7-8 punti percentuali. "Per fare il salto di qualità, occorre che lo faccia l'intero sistema", scrive l'azienda. Le cifre sulla puntualità: "Nel 2018 solo il 78% dei treni arrivò puntuale; nel 2019 furono l’80%; nel 2021 l’84%. Le soppressioni sono passate da una media di 102 al giorno del 2018 a 63 del 2021 di cui soltanto 26 per cause attribuibili a Trenord. Insomma, un po’ di strada si è fatta". Ammette l'azienda che "manca ancora molto per garantire la qualità che questa regione merita" ma aggiunge che "la direzione è quella giusta. E certamente non siamo in presenza di nessun 'degrado, incubo, disastro'".

Poi Trenord snocciola i dati sui nuovi treni che, come da programmazione, entrerano in servizio nei prossimi anni: "Tra il 2020 e il 2021 inoltre sono entrati in servizio i primi 39 treni dei 222 acquistati da Regione Lombardia. Nel 2022 è previsto l’ingresso in servizio di altri 57 nuovi treni: 96 treni, tanti! Ma ne devono arrivare da qui al 2024 altri 126, per consentire il rinnovo di circa metà della flotta di Trenord". 

Le assunzioni

E il personale? Più di 1.300 macchinisti e capotreno già abilitati alla conduzione dei nuovi Caravaggio e Donizetti; altri 900 saranno formati nel 2022. Sul fronte dei lavoratori, il covd ha imposto comunque una frenata. "Si è parlato molto e fuori luogo", scrive non senza polemica Trenord, "del numero dei lavoratori necessari per effettuare il servizio. Tra il 2018 e il 2021 Trenord ha assunto in totale 1.147 persone, tra cui 308 macchinisti, 308 capotreno e 171 manutentori. Oggi abbiamo 23 macchinisti, 32 manutentori e 102 capotreno in più di tre anni fa". Poi, nel 2020, durante il lockdown, sono state sospese tutte le attività di formazione, e questo ha comportato lo slittamento dei piani di assunzione che, dal mese di settembre 2021, l'azienda sta recuperando.

"Nonostante la pandemia - si legge nella missiva -, nel 2021 Trenord ha formato e assunto 59 capotreno e 65 macchinisti. In totale: 124 entrati a fronte di 111 usciti. Tra il 2022 e il primo semestre 2023 saranno effettuate 280 assunzioni nel personale viaggiante, circa il 13% dell’attuale forza lavoro". La formazione di un macchinista richiede, per la cronaca, almeno dodici mesi, e quella del capotreno almeno sei mesi.

Di Marco (5 Stelle): "La regione si nasconde dietro l'azienda"

Non si è fatta attendere una replica alla lunga lettera di Trenord ai clienti. Arriva da Nicola Di Marco, capogruppo del Movimento 5 Stelle in consiglio regionale, che mette ordine cronologico e parte col dire che "pochi giorno fa, i pendolari si erano rivolti al governatore Attilio Fontana e oggi hanno ricevuto la risposta di Trenord". Secondo Di Marco, questo "è inaccettabile". La regione ("l'ente regolatore del servizio", ricorda il consigliere regionale) "si nasconde dietro il paravento che le viene fornito dall’azienda, che in teoria dovrebbe essere esecutrice".

"Utilizzando gli indirizzi mail degli utenti, Trenord si è letteralmente sovrapposta all’assessora regionale ai trasporti Claudia Maria Terzi rivolgendo direttamente ai pendolari, attraverso un canale privilegiato, una lettera autoassolutoria che non trova riscontro in una quotidianità fatta di ritardi e cancellazioni", commenta ancora Di Marco: "Chiediamo che sia Trenord, sia l’assessore Terzi, vengano immediatamente a riferire all’interno delle commissioni consiliari competenti, in merito a questo episodio e al susseguirsi di disagi vissuti in questi anni dai pendolari lombardi i quali, soprattutto in questo periodo di pandemia, avrebbero dovuto essere oggetto di maggiori tutele da parte di Regione Lombardia. E' dal 2018 che sentiamo accampare scuse. Lo scaricabarile deve finire. I nuovi treni in arrivo, da soli, non potranno migliorare la situazione. Serve un cambio di passo, da portare avanti attraverso una programmazione che abbia l’umiltà di mettersi all’ascolto delle esigenze e dei bisogni dei pendolari".

Bussolati (Pd): "Lettera dai toni assurdi e arroganti"

"Una lettera dai toni assurdi e arroganti. Sembra una ripicca nei confronti dei pendolari di tutti i comitati e le associazioni di viaggiatori, ben ventiquattro, colpevoli di aver denunciato le condizioni indegne del servizio e aver chiesto le dimissioni dell’assessora ai trasporti Terzi". Così risponde alla lettera Pietro Bussolati, consigliere regionale del Pd, postando uno screenshot con, evidenziate, le frasi maggiormente polemiche della lettera.

"Il direttore della comunicazione di Trenord si mette a snocciolare cifre per difendere l’indifendibile, ma si dimentica degli unici numeri che contano davvero sono la soddisfazione generale dei pendolari su Trenord al 42%, su puntualità e pulizia al 31%, sull’affidabilità del servizio addirittura al 27% (ricerca sul sito della stessa società)", il commento dell'esponente del Pd.

"Una lettera - prosegue Bussolati - che è un tentativo maldestro e sbracato di negare la realtà, ovvero che nell’ultimo mese, in quanto a riduzione del servizio, Trenord ha fatto peggio non solo di Atm ma persino della romana Atac e dell’ex Circumvesuviana napoletana". Trenord, prosegue il consigliere Pd, "con la scusa del covid, ha soppresso circa il 25% delle corse quotidiane, mentre Atm solo il 7%". L'azienda ferroviaria aveva anticipatamente affermato che il paragone con Atm non è corretto perché ad Atm basta una sola persona per mettere in viaggio un mezzo.

"A causa del peggioramento del servizio di Trenord - conclude Bussolati - in molti scelgono di prendere l’auto privata, causando il peggioramento delle condizioni ambientali e della qualità della vita. La Lombardia leghista e Trenord sono il miglior esempio di arroganza al potere, troppo impegnati ad autocompiacersi per ascoltare le grida di aiuto dei pendolari".

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