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Esce di casa per una riunione col capo e viene licenziata: "Persone trattate come numeri"

Succede in una multinazionale americana con sede a Milano. Sciopero dei lavoratori di 8 ore

È uscita di casa per un incontro con il manager ed è tornata con una lettera di licenziamento. E ora contro la decisione della multinazionale americana, la Perkin Elmer - azienda che si occupa di strumenti e software medici, storicamente insediata nella provincia di Monza e Brianza e da poco trasferita a Milano - si è mobilitato il sindacato. Così per la giornata di venerdì 3 febbraio la Cgil ha proclamato uno sciopero di 8 ore: "Abbiamo indetto questa mattina uno sciopero per chiedere il ritiro di un licenziamento comminato in maniera brutale. L'azienda ha sede in via Innovazione 3 a Milano, i lavoratori sono circa 200 ma sono sparsi sul territorio nazionale e lavorano come tecnici presso i clienti, quindi non ci sarà un presidio davanti alla sede", hanno chiarito dalla sigla. 

Che ha poi ricostruito l'accaduto. "Una mattina esci di casa per incontrare il tuo manager e quando torni a casa devi trovare un modo per dire alla tua famiglia che ti hanno licenziato. Non c'è più alcun rispetto per le persone trattate come numeri", l'attacco della Cgil all'azienda, che per il momento non ha replicato. "La solidarietà dei colleghi e la voglia di combattere questa scelta è forte. La mobilitazione continuerà", ha dichiarato Matteo Moretti, segretario generale della Filcams Cgil di Monza e Brianza a margine del congresso regionale della Cgil che si sta svolgendo in questi giorni in Lombardia. 

La proposta di mobilitazione solidale nei confronti della lavoratrice e di sciopero è stata votata durante una assemblea che si è svolta mercoledì per il ritiro del licenziamento della donna, impiegata nel reparto “gare”. "Nella riunione con la direzione svolta nel pomeriggio del 31 gennaio 2023, richiesta dai rappresentanti dei lavoratori con urgenza, non è emersa alcuna disponibilità al ritiro del licenziamento nonostante risulti addirittura aperta una posizione interna nello stesso ambito lavorativo in cui svolge la propria attività la lavoratrice”, hanno rimarcato dal sindacato.

“Questo ci pare assurdo poiché si licenzia una risorsa e contemporaneamente se ne cerca una nuova nello stesso ambito, dichiarando tra i requisiti della nuova posizione una maggiore esperienza aziendale di quella della lavoratrice, in maniera che per lei sia quasi impossibile candidarsi ed accedere alla posizione", hanno proseguito dalla Cgil in una nota. La paura è che si possa creare un precedente “pericoloso per cui a qualsiasi lavoratore può capitare di uscire di casa la mattina per andare al lavoro, svolgere una riunione con il proprio capo che gli comunica il licenziamento e tornare a casa dalla propria famiglia con in mano la lettera di licenziamento".
 

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