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Attualità Sant'Ambrogio / Via Orazio

Liceo occupato a Milano dopo la vittoria di Fratelli d'Italia alle elezioni

Succede al Manzoni. La protesta post elezioni e contro l'alternanza scuola lavoro

Il grido di battaglia è: "Il Manzoni c'è". Le studentesse e gli studenti del liceo classico di via Orazio hanno deciso lunedì mattina di occupare la propria scuola, una mossa arrivata anche dopo i risultati delle elezioni di domenica, che hanno visto il trionfo della coalizione di centrodestra guidata da Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni. 

Come sono andate le elezioni a Milano

"Questa mattina, come studenti e studentesse del Manzoni abbiamo occupato la nostra scuola per parlare e confrontarci sulla situazione in cui versano le nostre vite: crisi e disastri climatici sono ormai all’ordine del giorno, provano lentamente ad abituarci a un lavoro precario, sfruttato e mortale, e, come se non bastasse, ci prepariamo ad entrare in una fase politica pericolosa e repressiva, visti gli ultimi risultati elettorali", si legge in una nota diffusa dal collettivo degli studenti. 

"Abbiamo preso coscienza di questa situazione e abbiamo deciso che questa volta non staremo fermi a guardare, non rimarremo passivi davanti a un presente che cerca con ogni mezzo di toglierci il futuro che ci appartiene", hanno proseguito i ragazzi, che si sono riuniti prima dell'inizio delle lezioni e hanno poi dato il via all'occupazione. "Ci siamo presi e prese uno spazio che troppe volte si è dimostrato repressivo e inadatto nel tentativo di dimostrare che non solo è possibile che studenti e studentesse decidano autonomamente di prendersi dei loro spazi, ma che è anche giusto e deve diventare una pratica normalizzata; se voi ci toglierete dei nostri spazi noi saremo pronti a riprenderceli e non cederemo più su quelle cose che riteniamo indispensabili per la nostra formazione", hanno giurato gli alunni. 

"La risposta però è stata, come al solito, una rappresaglia mirata a farci desistere, a imporci un rispetto di regole che non ci raprresentano e che sono create appositamente per impedirci anche solo di immaginare un mondo ed una scuola diversa. Ma vogliamo dirlo chiaramente, alla Meloni, a Confindustria, a chi ci reprime: non siamo più disposti a tirarci indietro, far finta di nulla e aspettare che voi cambiate le cose. Perché - hanno concluso gli studenti - nonostante tutto, sempre e comunque, la scuola siamo noi".

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