La Regione Lombardia stanzia 100 milioni per ridurre le attese negli ospedali

Cento milioni di euro per ridurre le liste d'attesa nella sanità lombarda. Lo stanziamento è stato approvato dalla giunta regionale grazie ai risparmi di gestione durante il 2020. Lo stazionamento verrà equamente diviso tra sanità pubblica e privata convenzionata per incentivare la ripresa dell'attività ospedaliera quotidiana. Soprattutto ora che gli ospedali subiscono minori pressioni per il covid.

Ancora in via di definizione gli obiettivi che la Regione porrà alle strutture private mentre, per quelle pubbliche, si è deciso che si dovranno effettuare diecimila interventi chirurgici in più rispetto a quelli del secondo semestre del 2019 (pre covid), con attenzione particolare all'area oncologica e a quella cardiovascolare. Per farlo, verranno anche impiegati altri venticinque milioni di euro per il triennio 2021/2023, secondo un provvedimento separato.

La Regione ha già realizzato poi una mappatura dei tempi d'attesa, per singola patologia, in tutte le strutture, pubbliche e private. "Una mappa che consente un'attenta opera di monitoraggio", commenta Letizia Moratti, assessora al welfare, il cui settore "produrrà con cadenza mensile un'elaborazione, individuando le eventuali criticità e la consistenza degli eventuali ritardi". Tutte le aziende ospedaliere (Asst) e sanitarie (Ats) hanno oggi un monitoraggio completo delle performarnce di ricoveri ospedalieri, specialistica ambulatoriale e pronto soccorso.

"Le minori pressioni sui ricoveri ospedalieri e sulle terapie intensive causa covid ci permettono - chiarisce Letizia Moratti - di programmare in maniera strategica il piano di ripresa per il secondo semestre 2021. Anche se va rimarcato che, da un'indagine di Agenas sui dati 2020 rispetto al 2019, la Lombardia nel periodo pandemico ha avuto le migliori perfomance nei ricoveri urgenti. In modo particolare, va sottolineato che per la chirurgia oncologia l'attività è stata mantenuta costante durante la pandemia su tutto il territorio, sia nelle strutture pubbliche che in quelle private accreditate".