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Venerdì, 19 Aprile 2024
Attualità San Donato Milanese

Il miracolo di Luca, l'uomo che nessuno voleva operare: così è stato salvato

La storia di un 48enne salvato con un intervento al Policlinico di San Donato

"Mai arrendersi. Non l'ho fatto io, non l'ha fatto Luca e soprattutto non l'ha fatto il dottor Andrea Garatti che ha deciso, malgrado il quadro clinico molto delicato e sfavorevole, di operarlo comunque. Quell'intervento chirurgico era per mio marito vitale".

A parlare è Ilaria, la moglie di Gianluca, per tutti Luca, Brancato, 45 anni, lavoratore autonomo di Nova Milanese che nel 2018, a causa di un disseccamento dell'aorta, ha avuto un ictus che gli ha colpito gravemente l'emisfero sinistro del cervello. Luca, un gigante buono alto 1 metro e 90, pieno di vita e di energia, innamoratissimo della moglie e del figlio Lorenzo (che tra pochi giorni compirà 12 anni), è stato salvato in extremis dai medici del San Gerardo di Monza dove era stato trasferito in condizioni disperate. Una lenta ripresa e poi il ritorno a casa, ma Luca non era più l'uomo di prima: era diventato un bambino che aveva bisogno di essere accudito h24.

"C'era un problema: quell'aorta che aveva scatenato l'ictus continuava a peggiorare. Ma nessuno specialista se la sentiva di operare mio marito". Troppo pericoloso portare in sala operatoria un uomo così giovane, con un'aorta che continuava a dilatarsi e a peggiorare. Con la possibilità, per nulla remota, che improvvisamente potesse scoppiare. Ilaria non si è mai arresa: si è rivolta anche a un centro in Emilia Romagna ritenuto uno dei migliori a livello nazionale ma gli specialisti non hanno dato il via libera all'intervento. Poi il caso: dopo l'ennesimo rifiuto, grazie all'incontro fortuito con il dottor Simone Sperati che aveva conosciuto casualmente la storia di Luca, Ilaria ha contattato il dottor Andrea Garatti, cardiochirurgo del Policlinico di San Donato, ospedale del gruppo Rotelli. 

Un intervento ad altissimo rischio

"Impossibile proseguire anche con la fisioterapia - aggiunge Ilaria -. Ogni minimo movimento poteva essere rischioso. L'aorta di Luca continuava a dilatarsi. In poco tempo è passata da 3 centimetri ai 7 centimetri di quando mio marito è stato operato al Policlinico di San Donato".  I ricordi e le emozioni si rincorrono nella mente di Ilaria. "I medici mi avevano spiegato che l'aorta di Luca era come un palloncino. Si continuava a gonfiare e poi, improvvisamente, sarebbe potuta scoppiare. Nel frattempo è arrivato anche il covid. Abbiamo dovuto rimandare l'intervento e intanto Luca ha perso alcuni kg, fondamentali per arrivare più preparati in sala operatoria".

Poi venerdì 1 ottobre è arrivato il grande giorno: un intervento durato circa 7 ore. L'equipe del dottor Garatti ha rimosso l'aorta danneggiata sostituendola con un tubo protesico. "Quando mio marito è entrato in sala operatoria la sua aorta era diventata ormai carta velina. Non so quanto tempo avrebbe ancora potuto resistere. Il dottor Garatti e tutta la sua squadra di lavoro lo hanno salvato". Certamente anche Luca ci ha messo del suo. "Dopo l’intervento è stato trasferito in terapia intensiva. Il giorno dopo si è svegliato, con grande sorpresa anche dei medici. E quando il pomeriggio del sabato, a 24 ore dall'intervento, dall'ospedale mi hanno contattato e mi hanno fatto parlare con lui ero al settimo cielo. Incredula, ma felicissima".

Adesso a distanza di due mesi dall'intervento Ilaria è più serena, anche se è consapevole che la strada da percorrere sarà lunga e tortuosa. "Non dobbiamo mai arrenderci. Luca pian piano sta riprendendosi: proseguiamo con la riabilitazione. Pian piano riesce a camminare, a lavarsi e a vestirsi da solo. Certo, sempre sotto la supervisione di chi è al suo fianco perché, naturalmente, gli esiti neurologici dell'ictus sono stati molto importanti". Ilaria crede molto nell'attaccamento alla vita del marito e soprattutto nelle sue capacità di ripresa. "Continueremo anche con le attività a pagamento non erogate dal Servizio sanitario nazionale. Se Luca ha fatto importanti progressi è anche grazie all'aiuto della comunità: abbiamo lanciato nel 2018 una raccolta fondi attraverso la raccolta di tappi di plastica, che ci hanno aiutato ad affrontare le spese di alcune visite e trasferte".

La raccolta continua: i tappi possono essere consegnati alla cartoleria da Renzo a Muggiò in via Casati 29, oppure direttamente al centro di raccolta Plasticarta di Lissone in via Volturno specificando che sono per il progetto "Tutti per Luca".  

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