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Attualità Chinatown / Piazzale Antonio Baiamonti

I milanesi che scendono in piazza per salvare il glicine

Una protesta bipartisan alla quale hanno partecipato anche esponenti di Fratelli d'Italia

Perseveranti e instancabili. Dopo giorni giorni di proteste, i milanesi che vogliono salvare il monumentale glicine e i tigli di piazza Baiamonti hanno dato vita a una manifestazione. Più di 200 i partecipanti, che hanno chiesto, una volta di più, di risparmiare le piante destinate al taglio per fare spazio al nuovo museo della Resistenza. 

La protesta, in quest'occasione, è stata bipartisan e ha visto partecipare anche alcuni politici di Fratelli d'Italia. Nel frattempo sono slittate a mercoledì, le operazioni, previste due giorni fa, di rilascio al ministero della Cultura dell'area di proprietà comunale dove si trovano il glicine e i tigli e dove dovrà sorgere il nuovo museo.

In piazza al fianco dei cittadini c'era anche Giovanni Storti, il comico del trio Aldo, Giovanni e Giacomo, che ha detto: "Mesi fa poteva essere evitato l'abbattimento perché bastava una revisione del progetto, sembrava non dico facile ma quasi. Adesso vedremo cosa succede. C'è un po' la scusa per costruire questo edificio del museo della Resistenza, questo luogo però è diventato di incontro e forse bisogna anche ascoltare i cittadini che vogliono qualcosa di altro. Vogliono tenere questo glicine che forse è lui il simbolo della Resistenza, visto che è nato appena dopo la guerra. Io penso che bisognerebbe prima valutare il territorio e poi pensare di costruire, se non si fa questo è sempre un abuso".

"Ormai tutta la città, anche tutta Anpi, è dalla nostra parte - ha affermato Carlo Monguzzi consigliere comunale dei Verdi -. Abbiamo vinto perché abbiamo ragione, perché è una cosa di buon senso, perché basta una piccola modifica al progetto per risolvere il problema. Rimangono solo sindaco e Giunta abbarbicati nella loro torre di cemento. Che peccato, per loro".

La battaglia per salvare gli alberi e il glicine di piazzale Baiamonti vede schierati più di 50mila milanesi, che avevano firmato una petizione su change.org, alcune sezioni 'ribelli' di Anpi, i comici Giovanni Storti e Germano Lanzoni, il gruppo Elio e le storie tese e il presentatore Fabio Volo. Nonostante il loro numerosi appelli, però,  il ministero della Cultura, Beppe Sala e il presidente di Anpi Roberto Cenati si erano detti favorevoli all'abbattimento delle piante per fare spazio alla piramide Herzog che dovrebbe ospitare il museo della Resistenza. Solo dopo oltre un mese di proteste, il sindaco parrebbe aver cambiato idea.

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