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Venerdì, 19 Aprile 2024
Dentro la manifestazione / Duomo / Piazza della Scala

La rabbia e la disperazione degli ucraini a Milano: "Ci stanno uccidendo"

Un post su Instagram, non polemico, per raccontare il vissuto della manifestazione da parte di chi ha la guerra in casa: "Sembravamo due mondi diversi". E un invito: "Non pensate solo ai rubinetti del gas, ci stanno uccidendo per la libertà e la giustizia"

"Eravamo lì, facciamo parte di questa società. Ma sembravano due mondi diversi, nessuna interazione". Così, venerdì mattina, Tetiana Molodii, una donna ucraina che vive a Milano da tempo, ha affidato ad Instagram le sue riflessioni sulla manifestazione che si è tenuta in piaza Scala giovedì sera. Una manifestazione nata per chiedere al governo italiano di promuovere il dialogo e trasformatasi in una condanna unanime all'aggressione di Putin all'Ucraina, perpetrata dalle prime ore di giovedì 24 febbraio e ancora in corso.

Luci ed ombre, dunque. Le fotografie mostrano il colpo d'occhio di una piazza meravigliosa che condanna la guerra, gli organizzatori intervistati esprimono senz'ombra di dubbio chi è l'aggressore. La luce della solidarietà viene però ombreggiata dalle sensazioni di chi, il dramma, lo sta vivendo in prima persona. Con le case, le terre in cui si è cresciuti, i parenti e gli amici là. Dentro la guerra.

"Sembravamo due mondi diversi"

"Quando sono arrivata in piazza - scrive Tetiana su Instagram - ho visto un gruppetto di ucraini, imbarazzati e con le lacrime agli occhi. Shockati da quello che sta succedendo. Vicino c'erano i sindacati italiani. Girati di spalle. Con manifesti importanti per la pace, qualcuno con la bandiera ucraina. Tantissimi signori e signore che chiaccheravano delle loro vite quotidiane, ogni tanto toccando l'argomento della giornata: la guerra".

"Eravamo lì, ucraini che parlano in italiano. Facciamo parte di questa società da anni. Ormai ci siamo inseriti in ogni ambito. Ma sembravamo due mondi diversi. Nessuna interazione", prosegue la donna: "Sembrava che sapeste già tutto, che aveste le risposte. Dicevate al megafono belle parole sulla pace, mentre quel gruppetto stava lì vicino, piangendo e cantando. Quella piazza, ieri, rispecchiava tanto la situazione attuale. Una miniatura di quello che sta succedendo".

Dalle parole ai fatti

Non c'è intento polemico nelle parole di Tetiana. Ma un tentativo di svegliare - davvero - le coscienze. "Abbiamo bisogno di voi. Del vostro supporto", scrive ancora: "Ma dobbiamo parlare di sanzioni e non della pace. Con i discorsi sulla pace non fermiamo l'aggressione!". E prosegue: "Spero che non abbiate in mente solo la paura per i rubinetti chiusi, i formaggi e il prosecco non venduti e un'ammirazione per i grandi dittatori. Spero che abbiate anche valori di libertà, democrazia, libertà di parola e giustizia. E' per questi valori che, in queste ore, stanno uccidendo il mio popolo".

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