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Medico quasi in pensione chiede di continuare per non lasciare scoperti pazienti: il no di Ats

Sarebbe una prassi consolidata, ma Ats ha detto di no: tra poco 2mila pazienti senza medico, e nello stesso Comune saranno 6mila entro fine anno

Seimila cittadini stanno per rimanere senza il medico di famiglia. Succede a Cologno Monzese, alle porte di Milano, perché tre medici (uno nei prossimi giorni, gli altri due entro la fine dell'anno) andranno in pensione. Il caso è esploso perché il primo dei dottori "pensionandi", Roberto Palmieri, ha scritto una lettera ai suoi assistiti, che qualcuno ha reso pubblica.

Dossier: perché nessuno vuole più fare il medico di base?

Nella lettera si evince che il dottore, arrivato alla soglia dei 70 anni d'età, aveva chiesto ripetutamente all'Ats di poter continuare l'incarico per qualche mese, per consentire una transizione 'morbida', ma l'azienda sanitaria non glielo ha concesso. Così, dal 28 novembre, duemila persone rimarranno senza assistenza medica di base, e la cifra salirà a seimila con gli altri due medici in via di pensionamento.

Secondo il professionista, la continuazione dell'attività per qualche mese, in attesa dei sostituti, "è prassi comune e consolidata quando la disponibilità dei medici di famiglia non è sufficiente al fabbisogno della popolazione", tuttavia gli è stata "inaspettatamente e sorprendentemente negata questa possibilità". Palmieri, dunque, precisa (nella lettera d'addio ai suoi pazienti) che "la responsabilità" del disservizio a cui i pazienti andranno presto incontro "è da addebitarsi esclusivamente a scelte, a mio avviso irresponsabili, di Ats".

Successivamente è partita una petizione con raccolta firme online, nella quale si chiede alle autorità sanitarie di ripensarci e di consentire al dottor Palmieri di continuare a prestare l'assistenza di base ai suoi pazienti finché non verranno trovati dei sostituti.

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