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"La mia storia: da migrante a programmatore informatico a Milano"

Wendesen, trentenne etiope, è riuscito a essere inserito in azienda dopo un percorso di formazione ad hoc

Da migrante a sviluppatore informatico. Questa la storia di Wendesen Melaku Belay, 30enne etiope arrivato in Italia con il sogno di costruire un futuro più dignitoso per sé, sua moglie e il loro bambino. 

"Tre anni fa sono arrivato a Brescia grazie a una borsa per studiare ingegneria elettronica - ci racconta il giovane, con un'aria molto seria e un buon italiano (che ha imparato da autodidatta) -. Quando ero in Etiopia lavoravo per Huawei e, al contempo, assistevo un docente universitario. Ma il mio obiettivo era ed è quello di migliorarmi, per questo vorrei laurearmi all'Università di Brescia. Quando la mia borsa di studio è terminata, però, mi sono trovato in difficoltà, anche per via della pandemia".

Per fortuna proprio in quel momento il 30enne ha conosciuto, quasi per caso e grazie ad alcuni amici, Powercoders, il progetto che offre corsi di coding a rifugiati e migranti e, in generale, forma, in ambito digital, persone provenienti da aree difficili del pianeta. Dopo il periodo di training, Wendesen, ha potuto essere inserito - inizialmente con uno stage retribuito, che è poi diventato un contratto di apprendistato, il quale, al conseguimento della laurea, dovrebbe ancora evolvere - nella sede milanese di Neosperience, azienda bresciana fondata da Dario Melpignano e Luigi Linotto (oggi rispettivamente presidente e vice presidente esecutivo), che produce software in maniera particolarmente innovativa.

"All'inizio - ricorda il 30enne - le difficoltà sono state tante: non sapevo nemmeno una parola di italiano e la cultura qui è molto diversa rispetto a quella etiope. Poi ho cominciato a imparare la lingua, anche grazie a YouTube, e piano piano le cose sono migliorate. In un primo momento avrei voluto tornare nel mio Paese, ma ora grazie all'enorme opportunità che mi è stata data, ho scelto di restare. Spero che presto anche mia moglie e mio figlio mi potranno raggiungere".

Dopo essere stato formato in sede con un training 'on the job' di alcuni mesi, Wendesen è stato assunto da Neosperience, la quale supporta Powercoders attraverso la partecipazione di rifugiati e migranti a un percorso di formazione per full stack developer che si tiene a Torino: tramite un periodo di formazione direttamente sul campo, su progetti di sviluppo software per clienti interni ed esterni, i beneficiari del corso acquisiscono competenze e professionalità particolarmente richieste dal mercato del lavoro. Primo partecipante al programma formativo, Wendesen oggi lavora come frontend developer per app e web nella sede aziendale di via Decemviri, zona est della città. "Il senso di questo progetto - spiega Dario Melpignano, presidente di Neosperience - è dare un'opportunità alle persone talentuose che hanno avuto la sfortuna di nascere in luoghi più complicati del nostro, come ad esempio la stessa Etiopia, dove in questo momento è in corso una guerra".

"La storia di questo ragazzo non dovrebbe fare notizia, ma essere all'ordine del giorno - prosegue Melpignano -. È infatti possibile, e proficuo, coniugare il desiderio di lenire le ingiustizie con quello di porre rimedio alla carenza cronica di figure con competenze informatiche, portando a bordo persone di valore e talento. Grazie a questo progetto, Neosperience dà il proprio contributo alla crescita economica e alla coesione sociale del Paese, supportando il ricollocamento professionale di persone che arrivano da aree teatro di crisi umanitarie. La partnership che abbiamo avviato con Powercoders è solida e in crescita, con l’obiettivo comune di introdurre sempre più professionalità all’interno dei nostri progetti di sviluppo software".

"Per gli stranieri come me, in Italia è davvero molto, molto difficile trovare un lavoro in linea con le proprie competenze - ci tiene ad aggiungere Wendesen alla fine del nostro incontro -. Ho diversi amici che non ci sono riusciti e dopo aver studiato qui, sono dovuti tornare nel loro Paese di origine. Io sono stato tanto fortunato, perché Powercoders ha fatto veramente di tutto per me. Il mondo del lavoro non dovrebbe essere precluso alle persone come me. Una volta riusciti ad entrarci le opportunità sono grandissime".


 

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