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Parco agricolo Sud Milano: "Qui riso e grano coltivati tra acque e rifiuti tossici"

La denuncia della consigliera di Municipio 5, Rosa Di Vaia. In via Selvanesco sono seppelliti strati e strati di rifiuti depositati illegalmente negli anni

Collinette coperte da una fitta vegetazione, con libellule svolazzanti e fiori variopinti. Peccato che sotto il primo strato di verde siano sepolti rifiuti di ogni tipo, dai residui plastici al rame, passando per scarti meccanici, materassi, vecchie valigie, materiali edili e mobili. In questa zona pianeggiante le pendenze non sono affatto naturali ma il frutto di anni e anni di accumulo di rifiuti scaricati abusivamente. È quanto accade in via Selvanesco, all'interno del Parco Agricolo Sud di Milano.

Video: le testimonianze e le immagini

Le montagne di rifiuti e i roghi

"Oltre al problema delle montagne di rifiuti, che in alcuni punti raggiungono i setti metri di altezza, ultimamente in questa zona si sono verificati anche alcuni roghi e l'odore dei fumi tossici si può avvertire a distanza di giorni. Parliamo di una vera bomba ecologica". A dichiararlo a MilanoToday la consigliera di Forza Italia del Municipio 5, Rosa Di Vaia. Il primo incendio è scoppiato in via Chiesa Rossa lo scorso 24 maggio; mentre il 24 giugno è andata a fuoco una parte di via Selvanesco dove erano depositati altri rifiuti, tra cui gomme, macerie e plastica. Non è chiaro se l'origine sia dolosa o meno. "Abbiamo provato a spostare i resti del rogo e a distanza di più di una settimana ed esce ancora il fumo quando fa caldo", continua Di Vaia.

Camminando lungo i sentieri del Parco non sembra nemmeno di trovarsi in città. Si sentono le cicale frinire e i campi di granoturco si estendono a perdita d'occhio. Ma sotto la copertura di erba ed edera, se si guarda un po' meglio, c'è una quantità di oggetti che hanno ben poco a che fare con la natura: strati e strati di tappetini di auto, reti metalliche utilizzate nell'edilizia, estintori, serbatoi delle moto, una cassetta da pescatore. E persino un'auto intera rovesciata - o almeno quello che ne rimane - ricoperta interamente dalle piante.

Vincenzo, un residente della zona, che all'interno del parco ha anche un orto, è preoccupato per la situazione:"Qui c'è di tutto laterizi, materiali ferrosi, reti da sottofondo, sacchi di plastica, catrame, cavi elettrici... Anche le nutrie sono scappate ormai".

Prodotti coltivati tra acque e rifiuti tossici

"Tutti questi rifiuti - specifica Di Vaia - sono il risultato di anni e anni, almeno una decina, di accumulo illegale. Ma alcuni sono stati depositati anche molto recentemente. La situazione di questo luogo è ben nota, ma nessuno fa nulla per cambiare le cose".

Naturalmente la presenza di materiali altamente inquinanti non si limita al terreno, ma coinvolge anche i corsi d'acqua presenti - all'interno del Parco scorrono il Lambro settentrionale e meridionale, l’Addetta e il torrente Molgora. Sul letto dei canali, rivela Di Vaia, si possono trovare anche "pezzi di Eternit". E con l'acqua di queste rogge vengono irrigati i campi circostanti, coltivati a riso, soia, granturco e frumento. "I tanto decantati prodotti del Parco agricolo Sud di Milano - sottolinea la consigliera -, vengono coltivati in terreni e con acque fortemente inquinati, che contengono anche sostanze pericolose, incluso l'amianto. La salute di chi consuma questi cereali è a rischio".

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