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Monumenti a Milano: 121 per gli uomini, zero per le donne. Ma il Comune vuole rimediare

La mozione (proposta da Angelica Vasile del Pd) per finanziare la prima statua pubblica milanese dedicata a una donna: "Scegliamo il nome con un percorso partecipato"

A Milano, nelle piazze e nei parchi, si trovano 121 monumenti pubblici dedicati a uomini e nessuno dedicato a una donna. Ma ora c'è l'occasione per rimediare, all'inizio magari soltanto simbolicamente, aprendo però la strada a maggiore parità per le future statue collocate in spazi aperti al pubblico.

Una mozione in consiglio comunale, promossa da Angelica Vasile del Pd e votata giovedì all'unanimità, chiede al sindaco e alla giunta di promuovere la realizzazione del primo monumento dedicato a una donna nel Comune di Milano. «Si costruiscono monumenti per rendere testimonianza concreta e durevole dell'importanza di una persona nella storia - ha affermato Vasile in aula - e ci sono state tante figure femminili, in Italia e a Milano, intelligenti, capaci e determinate, che hanno cambiato la storia e la cultura, ed è giusto ricordarle».

Il senso è anche quello di "ispirare" le donne di oggi (e di domani) mostrando, con un elemento concreto come un monumento pubblico, che la storia, ma anche la scienza, i saperi, la cultura, hanno visto e vedono anche le donne come protagoniste. Ma come scegliere la prima donna "meritevole" di un monumento pubblico a Milano?

Partecipazione

Vasile immagina un percorso di partecipazione. «Si potrebbe organizzare una consultazione - spiega - tra associazioni e scuole, ad esempio impegnando gli studenti e gli alunni in progetti di ricerca sulle figure femminili nei vari ambiti culturali e scientifici, per poi arrivare a dieci o quindici nomi e aprire una consultazione con i cittadini».

Donne rappresentative non mancano di certo. Da Rita Levi Montalcini a Grazia Deledda, da Cristina Trivluzio di Belgiojoso a Giuditta Pasta, da Artemisia Gentileschi ad Ada Negri, da Alda Merini a Camilla Cederna. Ma se il nome venisse prestabilito "dall'alto", nel chiuso di una commissione, rischierebbe di passare inosservato, mancando l'obiettivo di sensibilizzare la cittadinanza sull'importanza di riconoscere una parità nel protagonismo della storia.

E non verrebbe "sentito" abbastanza dai cittadini, in primis dalle donne e dalle ragazze. «Milano è la città giusta, perché da anni le istituzioni lavorano e s'impegnano per valorizzare il ruolo delle donne nella società e nel lavoro e siamo all'avanguardia sulle tematiche femminili e di genere», commenta Vasile.

L'idea è quella di finanziare e realizzare un monumento femminile, ma se si potesse, la consigliera dem vedrebbe positivo anche commissionarne nove fin da subito: uno per ogni Municipio. «La maggior parte dei monumenti è oggi concentrata nel centro storico - spiega - e potrebbe essere invece l'occasione per valorizzare piazze e parchi di periferia».

All'estero

Naturalmente questo "gap" è imparagonabile con quanto avviene ormai da tempo fuori dai confini italiani. All'estero è ormai prassi comune dedicare monumenti pubblici a figure femminili, anche se queste restano meno rappresentate degli uomini. Uno degli esempi più noti è, probabilmente, il monumento equestre a Giovanna d'Arco, a Parigi, in Places des Pyramides. L'eroina nazionale è rappresentata in sella a un cavallo d'oro. Famosa anche la statua della Regina Vittoria a Ottawa, in Canada. Alla poetessa Emily Dickinson sono dedicate alcune statue. E particolare è il caso di alcune figure rappresentative della cultura di Paesi che hanno vissuto notevoli movimenti migratori con la creazione di "comunità della diaspora" all'estero. Soltanto un esempio tra i tanti: la poetessa e attivista ucraina Lesya Ukrainka ha numerosi monumenti a lei dedicati, sia in patria sia negli Stati Uniti e in Canada, come a High Park a Toronto, grazie proprio all'impegno dei suoi connazionali.

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