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Il lutto

È morto Sinisa Mihajlovic

L'ex calciatore dell'Inter ed ex allenatore del Milan si è spento dopo una lunga malattia

Sinisa Mihajlovic è morto. L'ex calciatore ed ex allenatore se n'è andato dopo anni di dura lotta contro la leucemia mieloide. Aveva 53 anni. Da domenica 11 dicembre era ricoverato per l'aggravarsi di un'infezione. Quel "Forza Sinisa" twittato dal giornalista Clemente Mimun, suo grande amico, era suonato come un campanello d'allarme insolito per i tifosi. Venerdì 16, dopo sei giorni in ospedale, arriva la notizia più dura per tutti, in particolare per la famiglia del Sergente, come lo chiamavano.

"La moglie Arianna, con i figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas, la nipotina Violante, la mamma Vikyorija e il fratello Drazen, nel dolore comunicano la morte ingiusta e prematura del marito, padre, figlio e fratello esemplare, Sinisa Mihajlovic. Uomo unico professionista straordinario, disponibile e buono con tutti", le parole della famiglia. "Coraggiosamente - prosegue - ha lottato contro una orribile malattia. Ringraziamo i medici e le infermiere che lo hanno seguito in questi anni, con amore e rispetto, in particolare la dottoressa Francesca Bonifazi, il dottor Antonio Curti, il professor Alessandro Rambaldi, e il dottor Luca Marchetti. Sinisa resterà sempre con noi. Vivo con tutto l’amore che ci ha regalato".

Chi era Sinisa Mihajlovic

La carriera di calciatore di Sinisa lo ha visto vestire le maglie di diverse squadre italiane. Dopo gli esordi col Borovo è passato alla Vojvodina con la quale ha vinto il suo primo scudetto jugoslavo, prima di approdare alla Stella Rossa. Con la squadra di Belgrado, Mihajlovic vince due campionati nazionali, una Champions League e una Coppa Intercontinentale nel 1991.

Nel '92 arriva il salto alla ricchissima Serie A degli anni '90. La sua prima squadra italiana è la Roma. In due stagioni colleziona una cinquantina di presenze e un gol. Poi passa alla Sampdoria. Con i doriani il difensore serbo comincia a segnare con più frequenza, diventando uno specialista nei calci piazzati. Saranno 12 i gol segnati con i blucerchiati in 110 presenze. Una dote, quella del gol su punizione, sfruttata al massimo negli anni laziali. Con la Lazio Sinisa arriva a quota 20 reti in 126 gare giocate. Sono i suoi anni migliori: vincerà due Supercoppe italiane, uno scudetto, due Coppe Italia, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa Uefa.

Con l'Inter, la sua ultima maglia da calciatore, ne segna 5 in 25 partite. Con la squadra milanese alzerà al cielo due Coppe Italia e uno scudetto, prima di diventare il vice allenatore di Roberto Mancini e dare inizio alla sua carriera come direttore tecnico. Detiene il record di gol realizzati su punizione in una sola partita in Serie A: 3 (qui il video). Ma in A è anche il giocatore con più reti segnate su calcio piazzato dal 1987 in poi: 28. Come allenatore, il Sergente passerà anche dal Milan oltre che dalle panchine di Bologna, Catania, Fiorentina, Sampdoria, Torino, Sporting Lisbona e, di nuovo, Bologna, prima di essere costretto a fermarsi a più riprese per la malattia. Senza dimenticare la parentesi con la nazionale Serba tra il 2012 e il 2013.

La malattia di Mihajlovic

Era stato lo stesso Sinisa a dire di avere la leucemia, in una conferenza stampa indimenticabile, a luglio 2019. "Ho fatto degli esami del sangue e sono arrivati dei risultati diversi rispetto a quelli di quattro mesi fa. Nel giorno in cui il Bologna è partito per il ritiro ho fatto gli esami e ho scoperto di avere la leucemia. La sconfiggerò. Non ho paura, la affronterò e vincerò. Lo farò per me, per mia moglie, per la mia famiglia, per chiunque mi voglia bene", aveva detto il serbo.

"Ho passato la notte a piangere e ancora adesso ho lacrime ma non sono di paura: io da martedì andrò in ospedale e non vedo l'ora di iniziare a lottare per guarire. Ho spiegato ai miei giocatori che lotterò per vincere come ho insegnato loro a fare sul campo. Questa sfida la vincerò, non ci sono dubbi. Siccome mio papà è morto di cancro - aveva poi spiegato - faccio spesso esami specifici e grazie a questi ho scoperto di essere malato di leucemia acuta. Nessuno di noi deve pensare di essere indistruttibile, bisogna fare prevenzione e stare attenti alla salute".

Dopo le cure (e un trapianto) era tornato ad allenare il suo Bologna, che nel frattempo aveva confermato l'intenzione di rispettare il contratto con Sinisa. Quando tutto sembrava superato, a marzo 2022 ha annunciato di doversi sottoporre a un nuovo ciclo di cure per contrastare la ricomparsa della malattia che l'aveva colpito due anni e mezzo prima. Nel frattempo ha continuato ad allenare la squadra ma a inizio settembre, dopo un avvio di campionato non entusiasmante, era stato esonerato. Poi, nell'ultimo periodo, l'aggravarsi delle sue condizioni, fino alla notizia della morte.

Il cordoglio a Milano

 "Tristezza e amarezza per la scomparsa di un guerriero dello sport e della vita". Così il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, su Facebook, ricorda Sinisa. "È stato per tutta la vita un uomo vero, schietto e mai banale - ha aggiunto Fontana - che nella carriera ha vestito i colori dell'Inter e del Milan. Un ottimo calciatore e un allenatore carismatico. Lo ricorderemo tutti con stima e simpatia". 

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