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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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È morto Ugo De Rosa, il "Drake" delle bici da corsa

Il telaista italiano si è spento a 89 anni nella sua villa di Cusano Milanino. Aveva da poco lasciato l'ospedale

Nel corso della sua carriera ha visto le bici trasformarsi: dall'acciaio al carbonio, dalle leve Campagnolo ai gruppi elettronici. Lutto nel mondo del ciclismo: è morto Ugo De Rosa, 89 anni, uno dei più importanti maestri telasti italiani, un professionista che ha messo in sella titani come Eddy Merckx. De Rosa è stato stroncato da un malore che ha provocato un arresto cardiaco nella sua casa di Cusano Milanino. Aveva da poco lasciato l'ospedale dove era stato a lungo ricoverato. De Rosa è stato uno dei migliori artigiani specializzati nella costruzione di telai insieme a Pinarello, Masi e Colnago; la sua azienda - attualmente guidata dal figlio Cristiano - è prossima a tagliare il traguardo dei 70 anni di attività.

"Se n'è andato Ugo De Rosa, l'uomo che ha contribuito, assieme a Nani Pinarello ed Ernesto Colnago a costruire il mito della 'specialissima' italiana, amata e apprezzata in tutto il mondo - scrive la Federciclismo in un commosso omaggio - . È stato uno degli esponenti maggiori della scuola dei telaisti italiani, scuola che ancora oggi (anche grazie al suo esempio) continua a regalare biciclette artigianali di pregevole fattura e punto di riferimento per gli appassionati di tutte le latitudini". I funerali si svolgeranno martedì 28 marzo alle ore 15.30 presso il Santuario della Madonna della Cintura in Piazza XXV Aprile 1/A Cusano Milanino.

La vita di De Rosa: dai tubi d'acciaio ai fogli di carbonio

L'attività di De Rosa era iniziata nel 1953. "Ero molto giovane avevo circa 20 anni, quando ho venduto la mia prima bicicletta – aveva detto De Rosa in una recente intervista, ricordata dalla Federazione Ciclistica Italiana –. Mio zio era meccanico di moto e, allora, i metodi di costruzione dei telai per moto e bici erano simili. Quindi ho imparato da lui, per poi proseguire da autodidatta".

Il marchio è divenuto celebre negli anni '60 e '70 per la produzione di biciclette da corsa per le squadre professionistiche più in voga del tempo. È stata la bicicletta di Eddy Merckx con la quale il campione belga ha colto il maggior numero di vittorie e di Francesco Moser, che vince tre Roubaix di seguito.

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