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Il caso del glicine / Chinatown / Piazzale Antonio Baiamonti

Il Museo della Resistenza si farà, ma il glicine e i tigli sono salvi

L'annuncio di Palazzo Marino: modifiche al progetto, l'area sarà consegnata mercoledì 31 maggio. Alcune sigle ambientaliste accettano la soluzione, ma il Comitato Baiamonti Verde Comune continua la protesta

Il glicine di piazzale Baiamonti è salvo e così almeno due dei tigli nell'area che ospiterà in futuro il Museo nazionale della Resistenza, pronto (si prevede) entro il 2026. Mercoledì 31 maggio lo spazio verrà consegnato all'impresa, che inizierà a montare il cantiere ed effettuerà gli scavi "tenendo in massima protezione le piante e il glicine", come ha spiegato Giancarlo Tancredi, assessore alla rigenerazione urbana, in una conferenza stampa tenutasi a Palazzo Marino martedì pomeriggio.

Per farlo occorrerà una variazione di progetto per gli spazi esterni, in modo da far spazio al glicine (che verrà potato ma tornerà com'è adesso nel giro di due anni, secondo le rassicurazioni del sindaco Beppe Sala) e agli altri alberi presenti. "Ci sarà qualche costo in più ma non elevato. Non abbiamo ancora una stima precisa dei costi, ma sono sostenibili", ha detto ancora Tancredi. Si farà quindi la seconda piramide di Herzog & de Meuron, simile ma più piccola rispetto a quella che già ospita Microsoft e Fondazione Feltrinelli. Ma si farà salvando le piante, dopo una mobilitazione della cittadinanza con varie manifestazioni e più di 50mila firme raccolte.

"Una bella manifestazione di civismo", ha commentato Elena Grandi, assessora all'ambiente e verde, sempre in conferenza stampa: "Questa soluzione è frutto di un lavoro di trattative e accordi. L'area verde del museo avrà alberi in più e il glicine sarà una parte importante che accoglierà visitatori". Grandi si è detta poi fiduciosa di poter salvare tutti gli alberi presenti: "Stiamo mettendo allo studio una modifica del progetto per salvarne altri due o tre, sono cautamente ottimista". E ha concluso affermando che "il dialogo che si è aperto sicuramente soddisfa. Abbiamo avviato un percorso di rispetto delle alberature e del museo. Abbiamo rischiato che una cosa dovesse escludere l'altra e sarebbe stato un peccato per la nostra città".

Moderatamente soddisfatte le varie sigle che avevano promosso la battaglia: Giardini in Transito, Libera Milano, Arci Lato B, ViviSarpi, Combattenti e Reduci, secondo cui il tavolo per far convivere il museo e le alberature è "una risposta che viene incontro alle aspettative alla base della petizione". Le associazioni promettono comunque di "seguire con attenzione l'evolversi del progetto per assicurare che sia fatto realmente ogni sforzo per salvare gli altri tigli".

La protesta non si ferma

Intanto, però, il Comitato Baiamonti Verde Comune non si ferma, e ha indetto un presidio per mercoledì 31 maggio alle 11 "per protestare contro la nuova edificazione che toglierà un’area verde ai cittadini, alle famiglie e soprattutto agli anziani che la frequentano assiduamente". Secondo il comitato, il Museo della Resistenza è necessario per Milano, ma in piazzale Baiamonti "soffrirà per mancanza di spazi e di servizi e potrà offrire solo un percorso multimediale di un’ora e mezza, Qr code e approfondimenti virtuali. Niente archivi cartacei, niente sale di lettura o di studio, niente biblioteca, niente ristorante e rimane aperto il problema dei parcheggi necessari per i bus delle scolaresche".

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