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Venerdì, 19 Aprile 2024
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La Lombardia nega il patrocinio al Pride, la Lega: "La giunta ha riportato l'ordine"

Il no in seguito a "episodi che hanno provocato critiche istituzionali e dell’opinione pubblica". In precedenza era stata approvata una mozione (con voto segreto) per illuminare il Pirellone con l'arcobaleno e garantire una presenza istituzionale della Regione alla parata

Regione Lombardia non dà il patrocinio alla parata di Pride Milano, prevista per sabato 2 luglio, perché in precedenza alcuni episodi "hanno provocato critiche istituzionali e dell'opinione pubblica". La comunicazione è arrivata con una lettera firmata dalla dirigente dell'area programmazione e relazioni esterne, indirizzata ad Arcigay Milano. 

"Regione Lombardia - si legge nella missiva - condivide l’importanza di iniziative dedicate a promuovere coesione, parità, sensibilizzazione e rispetto delle identità e dei diritti politici, umani, sociali, civili". Poi la doccia fredda: per quanto riguarda il Pride Milano in particolare, "a seguito delle verifiche e delle riflessioni interne e a seguito di episodi che hanno provocato critiche istituzionali e dell’opinione pubblica, è stato ritenuto di non concedere il patronato istituzionale di Regione Lombardia alla parata del prossimo 2 luglio".

Lega: "Errore madornale" la mozione pro Pride

Pronta e soddisfatta la reazione di Alex Galizzi, consigliere regionale leghista, secondo cui "la giunta regionale ha ripotato ordine". Galizzi ricorda "le oscene ostentazioni di Cremona, dove una statua della Madonna è stata villipesa", e definisce "un errore madornale" l'approvazione (con voto segreto) della mozione con cui si garantiva una presenza istituzionale alla parata e si stabiliva di illuminare il Pirellone con i colori dell'arcobaleno: "Errore che finisce per confondere gli elettori e dare uno spaccato falsato di quello che rappresentano simili iniziative".

Secondo Galizzi, infatti, il Pride si fa "portavoce della teoria gender ai danni dei più piccoli, degli asterischi nella grammatica, dei bagni neutrali, della carriera alias, dell'adozione di bambini per persone dello stesso sesso e, cosa ancora più grave, della vergognosa pratica dell'utero in affitto".

5 Stelle: "Demagogia e intolleranza senza limiti"

Durissima la replica di Simone Verni, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle e primo firmatario della mozione approvata con voto segreto. "La demagogia e l’intolleranza di questo centrodestra non hanno limiti", dichiara: "Il voto del consiglio regionale alla mia mozione aveva rappresentato un segnale, una speranza di un futuro fatto di maggiori diritti, più tollerante ed inclusivo. La giunta al contrario, scegliendo di non patrocinare il Pride, ha voluto affrettarsi a riportare l’ordine vigente in modalità medioevo".

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