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Nuovo ospedale San Carlo - San Paolo, la Regione rinuncia a Ronchetto sul Naviglio

L'assessore Gallera: "Cerchiamo un altro luogo"

Si allontana il nuovo ospedale unico che dovrebbe accorpare il San Carlo e il San Paolo, già uniti dal 2016 in un'unica azienda ospedaliera. La realizzazione del nosocomio dovrebbe superare i problemi che le due strutture portano con sé da anni. Il San Carlo, in zona Quarto Cagnino, vide entrare il primo paziente nel 1966, dopo una costruzione a tempo di record, mentre nel 1964 si posava la prima pietra del San Paolo, in zona Famagosta, inaugurato soltanto nel 1978.

Non sarebbe più certo il luogo in cui sorgerebbe il nuovo ospedale. Lo si evince dalla lettera con cui l'assessore regionale al welfare, Giulio Gallera, ha informato la commissione sanità del consiglio regionale sugli ultimi sviluppi della vicenda, che risale al periodo a cavallo tra il 2016 e il 2017, quando la Regione, insieme alla nuova azienda ospedaliera unificata, aveva iniziato a ragionare sull'opportunità di una struttura totalmente nuova in sostituzione dei due ospedali.

L'interlocuzione con il Comune di Milano aveva portato ad individuare anche l'area: Ronchetto sul Naviglio, più o meno a metà strada tra gli attuali San Carlo e San Paolo e molto vicino alla stazione ferroviaria (e futura stazione M4) di San Cristoforo, in grado quindi di raccogliere utenza anche dall'hinterland sud-ovest di Milano (Corsico, Trezzano, Buccinasco, Cusago e Gaggiano) e da altri quartieri della città.

La notizia aveva avuto una vasta eco sui mezzi d'informazione. Non tutti, nei rispettivi quartieri, erano contenti della novità. Ma intanto la procedura era andata avanti, tanto che con la legge di stabilità 2019 (approvata a fine 2018) lo Stato aveva trasferito alla Regione Lombardia circa 660 milioni di euro per l'edilizia sanitaria, e la giunta regionale aveva stabilito di usare 450 milioni proprio per costruire il nuovo ospedale. Nel corso del 2019 si era parlato ancora di proseguire con l'ospedale unico a Ronchetto sul Naviglio, pur "aprendo" alla possibilità di mantenere alcune funzioni nei "vecchi" edifici, come la cura dei malati cronici al San Carlo. Poi, nel mese di agosto, i primi dubbi sulla concreta fattibilità a Ronchetto sul Naviglio.

E ora la lettera di Gallera. L'assessore al welfare spiega che, nel corso del 2019, sono emersi «vincoli ambientali di inedificabilità» per l'area che, pure, era stata indicata dal Comune di Milano. In effetti l'area si trova nel territorio del Parco Agricolo Sud Milano, tanto che da più parti si erano levate proteste per la localizzazione scelta. Nella missiva, l'assessore lascia intendere che è iniziato l'iter per individuare un'altra area. Allungando i tempi di realizzazione.

«Non c'è nulla di concreto», commenta Gregorio Mammì, consigliere regionale del Movimento 5 Stelle: «Nel memoriale generico di Gallera il futuro degli ospedali è ipotetico. Gallera dice che la Lombardia "ad oggi non ha ancora formulato un progetto definitivo né in merito alla localizzazione né in merito alla destinazione degli attuali presidi". Chiederemo l’istituzione di un gruppo di lavoro con i rappresentanti del territorio e dei presidi per la programmazione e la valutazione dei progetti».

«La realizzazione del nuovo ospedale dei Santi Paolo e Carlo e' una priorita' strategica. Le nostre idee sono ben chiare e definite. Ma l'unica area segnalata dal Comune finora si e' rivelata 'non idonea' per 'vincoli ambientali di inedificabilita'», ha dichiarato l'assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera.

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