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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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E se alla fine il nuovo stadio non si facesse?

Relazione sul dibattito presentata alle commissioni consiliari. L'assessore: "Lo scenario zero, che non è così poco credibile, è lasciare tutto così com'è"

Le fasi finali di gioco. Dopo le polemiche dei giorni scorsi per il dibattito pubblico sostanzialmente senza pubblico - perché la "seduta" era aperta solo alla stampa - giovedì pomeriggio è stata presentata alle commissioni consiliari la relazione conclusiva sul nuovo stadio di Milano. E da un esponente della giunta, l'assessore alla rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, sono arrivate parole che sanno, e tanto, di cautela. 

"Lo scenario zero, che non è così poco credibile, è lasciare tutto così com’è se non creiamo le condizioni per riqualificare quell’area e dare alle squadre l’opportunità di soddisfare le loro necessità. Un’opzione che io sinceramente vorrei evitare: 230mila metri quadri asfaltati e 50mila a verde. Dobbiamo tutti riflettere su questo”, le sue parole. Ai consiglieri di maggioranza e opposizione contrari all’abbattimento che hanno lamentato che i progetti di riqualificazione alternativi a quello delle squadre non sono stati presi in considerazione, Tancredi ha però replicato: “Al momento ci sono solo ottime idee ma non proposte alternative formalizzate”. L’assessore ha poi sottolineato: “Oggi non sono qua a dire che confermeremo per forza l’interesse pubblico. Vedremo se le squadre accetteranno le nostre eventuali richieste e se non verrà messo un vincolo sulla struttura. Nel caso dovesse essere posto un vincolo - ha ammesso - torneremo allo scenario zero”.

Il capogruppo di Europa Verde Carlo Monguzzi, è tornato invece sulle questioni ambientali che riguardano il possibile futuro abbattimento del Meazza: “Nel dibattito è stato presentato un dossier dell’ordine degli agronomi, un atto di accusa. Nel progetto si dice che il verde verrà raddoppiato ma avete messo a confronto 53mila metri quadri di verde bello che c’è già con 100mila metri quadri di verde pensile e verde interconnesso derivato dalla disasfaltazione. Un albero di 30 anni - ha rimarcato - non può essere paragonato a una piantina di basilico”.

“Durante il dibattito non si è neanche discusso del fatto che non ci sarà più la struttura della Cattedrale", è intervenuto il consigliere dem Alessandro Giungi, che ha posto l'accento sul fatto che il progetto è cambiato in corsa e che, in pratica, quello definitivo ancora non si conosce. "Ci aspettavamo che il progetto alternativo perlomeno venisse indicato, invece ci sono state solo dichiarazioni generiche. E poi le squadre parlavano della rifunzionalizzazione del Meazza, che era anche un’indicazione contenuta in un Odg di maggioranza del 2019, dal frutto del parere del Politecnico sulle polveri sottili", ha continuato.

Il consigliere di Fratelli d’Italia Enrico Marcora si è soffermato sulla questione dell’interesse pubblico che “dovrebbe essere dei cittadini non delle squadre di calcio. Ma qual è il vantaggio per i cittadini? Dal dibattito non si evinto. Non vedo nessun interesse né economico né ambientale. E poi perché non abbiamo sentito un operatore come Asm Global che si diceva totalmente disponibile a gestire lo stadio”.
Il consigliere della Lega Samuele Piscina è intervenuto, invece, sulla mobilità: “È evidente la preoccupazione dei cittadini sul fatto che se si farà una ztl il traffico si riverserà fuori, congestionando le zone limitrofe. Come tra l’altro è già successo in altre zone di Milano”.

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