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Venerdì, 29 Marzo 2024
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San Siro sarà (di fatto) demolito: i comitati preparano la battaglia

I comitati favorevoli a ristrutturare l'attuale Meazza non si arrendono e affilano le armi

Milan e Inter hanno scelto il progetto di Populous (e non quello di Manica-Sportium-Cmr) per il nuovo stadio che vorrebbero costruire nell'area di San Siro. Avevano annunciato che, entro Natale, avrebbero rivelato il 'vincitore' e così è stato, secondo pronostico. Populous ha un curriculum considerevole visto che ha firmato numerosissime strutture sportive in tutto il mondo, tra cui più di 1.300 stadi. Portano la firma di Populous il nuovo Wembley a Londra, ma anche, sempre nella capitale britannica, l'impianto del Tottenham e quello del Fulham.

La 'cattedrale', che s'ispira al Duomo di Milano secondo i progettisti, non ha però ancora la strada totalmente spianata. Secondo le intenzioni di Milan e Inter, nel corso del 2022 sarà presentato il progetto completo, mentre il 2023 dovrebbe essere l'anno dei primi lavori, in attesa dell'inizio del 2026 quando il Meazza farà il suo 'canto del cigno', ospitando l'inaugurazione delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina.

I contrari al nuovo stadio: tra ricorso e referendum

Nel contempo stanno 'affilando' le armi coloro che sono tuttora convinti che sia meglio ristrutturare il Meazza. Entro il 4 gennaio sarà presentato un ricorso al Tar contro la delibera di pubblico interesse varata dalla giunta Sala bis il 5 novembre; ed è in corso lo studio degli eventuali referendum (uno abrogativo, uno propositivo, entrambi vincolanti) su cui interpellare i cittadini.

Proprio nella stessa giornata compaiono altri illustri sostenitori del Meazza ristrutturato come alternativa al nuovo impianto. In Forza Italia Marco Bestetti (ora in consiglio comunale, prima presidente del Municipio 7) non è più isolato: gli si è aggiunto Alan Rizzi, sottosegretario in Regione ed ex calciatore nelle giovanili dell'Inter. E c'è il tweet di Vittorio Sgarbi (in passato assessore alla cultura a Milano): "Cercherò di fare il ministro dei Beni Culturali in tempo utile - ha scritto il critico d'arte - per impedire che demoliscano San Siro che è un monumento. E’ inutile buttare giù una cosa per farne una nuova, è sempre un errore: il futuro non ci perdonerà".

Siamo solo all'inizio del percorso

Così come la delibera di pubblico interesse è solo un atto iniziale, e non finale, del procedimento amministrativo, allo stesso modo la scelta di Milan e Inter di affidare a Populous il progetto è l'atto iniziale del progetto stesso. Lo studio deve infatti ora tradurre in un piano concreto i paletti posti dalla giunta comunale con la delibera di pubblico interesse. Paletti che oggettivamente cambiano la prospettiva sia dal punto di vista urbanistico sia da quello economico-finanziario. Il vincolo all'indice di edificabilità 0,35 mq/mq, più basso del precedente accordato ai club, pone infatti la necessità di ripensare sia l'aspetto finale della zona (spariscono i grattacieli) sia il piano finanziario (saranno inferiori gli introiti attesi dall'affitto degli spazi esterni allo stadio). 

Il primo rendering diffuso da Populous e dai club non dice nulla in merito: appare una spianata di verde e alberi irrealistica (perfino in mezzo a case che, oggi, quegli alberi non li hanno), e del vecchio Meazza resta visibile soltanto una delle torri che sorreggono il terzo anello attuale (uno dei paletti voleva da sempre che parte dello scheletro del Meazza fosse 'salvato'). Dal rendering appare aumentato il verde permeabile ma si nota un grande uso di 'terrazze' con ipotetici negozi: gli esperti diranno se questo è compatibile con l'aumento, appunto, del verde profondo. 

La scelta di Populous da parte dei club è dunque un inizio. Ma un inizio che ha fatto già salire i primi malumori. Proprio mercoledì è in programma una commissione comunale dedicata allo stadio e Alessandro Giungi, consigliere del Pd da sempre favorevole a ristrutturare il Meazza, lamenta il "totale svilimento del ruolo e delle prerogative dei consiglieri comunali", sottolineando anche che una sua domanda a risposta immediata, lunedì 20, all'assessore all'urbanistica Giancarlo Tancredi su cosa intende fare il Comune per quanto riguarda il dibattito pubblico nazionale sullo stadio milanese è rimasta sostanzialmente inevasa.

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