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Olimpiadi invernali, Milano continua a chiedere un ruolo di primo piano

Giorgetti (sottosegretario) cerca di rassicurare il sindaco Sala: "La città sarà la cerniera", ma sulla candidatura a tre non si torna indietro

Se Olimpiadi invernali saranno, saranno a "tre teste". Questo ormai non è più modificabile: la candidatura italiana verrà presentata con tre città (Milano, Torino e Cortina d'Ampezzo). Il Coni e il governo italiano hanno deciso, nonostante le perplessità soprattutto del sindaco di Milano Beppe Sala, che avrebbe preferito almeno vedere il capoluogo lombardo come "capofila" dell'evento e, in tal senso, ha anche chiesto ai capigruppo in consiglio comunale (anche di opposizione) una conferma della posizione politica per le successive trattative.

In questa fase, la partita si gioca sulle sfumature della lingua. Il sottosegretario alla presidenza del consiglio Giancarlo Giorgetti, che tiene le fila della questione olimpica, ha dichiarato che l'unica possibilità per la candidatura è quella emersa dalla decisione del Coni, poi però ha aggiunto che Milano sarebbe una "cerniera". Un termine diverso da quel "capofila" che piace a Sala, ma che comunque fa intuire un ruolo non proprio "inter pares".

Olimpiadi, a Milano un nuovo Palasport

Aggiungiamo che Alessandro Morelli (capogruppo leghista in consiglio comunale a Milano, ma anche deputato e da sempre amico personale di Matteo Salvini), nel dibattito meneghino, ha sempre dichiarato che Milano sarebbe, in ogni caso, "capofila di fatto". E' come a dire che la città lombarda, se vuole un ruolo di primo piano, non ha che da aspettare, perché quel ruolo le apparterrebbe per natura.

Sala: "Milano sia la prima città del brand olimpico"

L'idea di Sala è che Milano sia la prima delle tre città ad essere indicata nel brand e nel dossier. "Sono 15 mesi che discutiamo con il Comitato internazionale olimpico e 15 mesi durante i quali il Coni ci ha detto che Milano sarà la candidata", scopre le carte il sindaco, rivelando quindi che i contatti sussistono da parecchio tempo. La posizione di Sala è motivata anche dalla convinzione che individuare una leadership sia importante per far funzionare bene l'evento, a partire dalla sua organizzazione.

Sala, che è stato commissario unico di Expo 2015, tiene conto alla questione della governance, ma entra anche nel merito della riconoscibilità del brand: "La gente, oggi, non ricorda nel mondo l'Expo di Milano sostenibile, ma l'Expo collegata al brand Milano", ha spiegato per distanziarsi dal sindaco di Torino Chiara Appendino secondo cui il punto fondamentale sarebbe invece la sostenibilità delle Olimpiadi e non il brand delle città.

Il 10 settembre 2019, alla sessione del Cio che si terrà proprio a Milano, verrà scelta la città delle Olimpiadi invernali del 2026. Tra pochi giorni l'Italia dovrà presentare ufficialmente la sua candidatura, e Sala ha chiesto che Milano abbia un ruolo, altrimenti si sfilerà e "le polemiche saranno a zero". L'ultima notizia è che la città giapponese di Sapporo ha rinunciato, forse anche considerando che le ultime due Olimpiadi invernali prima del 2026 si saranno svolte a PyeongChang (Corea del Sud, 2018) e Pechino (Cina, 2022). Tre città dell'estremo oriente di seguito, forse, sarebbe stato eccessivo.

Le altre concorrenti sono la canadese Calgary, la turca Erzurum, l'austriaca Graz, la svizzera Sion e la svedese Stoccolma.

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