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Sabato, 20 Aprile 2024

Massimiliano Tonelli

Direttore Editoriale CiboToday

Le Olimpiadi avranno senso solo se andremo a sciare in treno

In occasione delle Olimpiadi del 2026 Milano sta portando avanti progetti seri: un nuovo palazzetto, un villaggio olimpico che diventerà housing sociale e studentato. Bene, ma fuori da Milano? Quale è stata la strategia per avvicinare la città alla montagna come lascito dei Giochi?

Volevo scrivere qualcosa di serioso tipo “gli errori che Milano non deve fare in vista dei Giochi del 2026”. E però no. Mi è sembrato fuoriluogo. In tutta onestà non penso che la città si stia mettendo sulla china di qualche errore irreparabile come fatto in passato, in Italia e non solo, in vista di grandi manifestazioni internazionali come le Olimpiadi. 

Le opere previste per Milano sono contenute, chiare, focalizzate. Mi sembrano piuttosto centrate. Tutte rigenerazioni urbane, trasformazioni di quartieri, bonifiche e riqualificazioni che avranno la caratteristica della longevità: serviranno a tutti noi anche ben oltre i Giochi e attiveranno investimenti e sfide economiche e civiche. Qualche esempio? Trovo intelligente aver usato la scusa delle Olimpiadi invernali per mettere l’acceleratore alla riqualificazione dello Scalo Romana dove il Villaggio Olimpico verrà trasformato in housing sociale e studentato. Altrettanto intelligente aver sbloccato l’annosa situazione di Santa Giulia dove l’Arena Olimpica diventerà il secondo grande palazzetto che gli organizzatori di concerti che transitano in Italia si aspettano da Milano. E poi ci sarà qualche tram, qualche altro spazio sportivo minore ammodernato. Insomma, non vedo chissà quale rischio potenziale in termini di scempi o sprechi da tipico grande evento italiano. E probabilmente alcuni errori effettuati in occasione di Torino 2006 sono stati accuratamente analizzati al fine di non essere ripetuti. 

Bene i progetti a Milano, ma la montagna?

Dunque tutto bene? A Milano tutto sommato sì, lo scenario lombardo invece mi lascia l’amaro in bocca. Mi domando: quale potrebbe essere il lascito più significativo e coerente di una grande manifestazione che tratta di sport invernali svolta in una città che non si trova propriamente a fianco di skilift e piste da fondo? E mi rispondo: l’aumento della frequenza con la quale i cittadini potranno praticare questi sport. Le Olimpiadi, nella loro accezione storica, sono anche e soprattutto questo. L’incoraggiamento a fare sport, a misurarsi, a partecipare. Con benefici in termini fisici e mentali. 

A sciare in treno da Milano

Come vanno i milanesi a sciare oggi? In macchina. Salvo qualche eccezione rappresentata ad alcuni eroici “Treni della Neve” organizzati da Trenord, la scelta schiacciante è l’auto privata. E con lei ingorghi, code, incidenti, costi alle stelle per le famiglie. E quella necessità malcelata di “avere” una macchina che magari non ti serve mai durante la settimana, “ma se non ce l’ho poi il weekend come faccio?”. 

E allora ho fatto un sogno: il sogno di una città dalla quale si possa partire al mattino con treni comodi che muovano non solo dalle stazioni principali ma anche da quelle di passante. Arrivando nelle stazioncine di fondovalle e lì avendo a disposizione un sistema efficientissimo di navette che coprano l’ultimo miglio prima delle piste. Con tempi di percorrenza e con costi che stiano bene al di sotto di quelli delle auto. E con biglietti-famiglia che incentivino la scelta. E, ancora, con carrozze e vagoni organizzati per chi deve trasportare sci, snowboard, slittini e racchette. Perché questo sogno si avveri sarebbero necessari semplici investimenti su linee ferroviarie che già esistono, senza neppure farne di nuove: modernizzarle, renderle più sicure, permettere ai convogli di sviluppare velocità commerciali appetibili.

Nulla di tutto questo è stato ipotizzato nei progetti infrastrutturali per le Olimpiadi e temo non siamo più in tempo per correggere la rotta. Gli investimenti sulle strade e superstrade sono ingenti sia in Lombardia che in Veneto (le Olimpiadi come noto si svolgono anche a Cortina), ma sulle ferrovie pressoché il nulla. Certo magari avremo l’Alta Velocità sulla Brescia-Verona nel 2026, ma se vogliamo andare a sciare dal mattino alla sera da Milano o nel finesettimana dobbiamo necessariamente possedere una vettura privata. 

È proprio un peccato non aver adoperato il pretesto delle Olimpiadi per sovvertire le abitudini in quel senso. Ed è una penalizzazione per la città che avrebbe acquisito nel complesso ancora più valore ad essere connessa in maniera efficiente e sostenibile col suo straordinario circondario regionale. In molti hanno preso in giro la scelta di localizzare a Milano - città collocata in una vasta pianura agricola - le olimpiadi invernali. Un po’ come fare una grande regata di vela a Perugia! Eppure l’occasione di rendere meno anomala questa scelta c’era e non mi pare sia stata colta: nel 2026 avremo una città ancor più scintillante con nuovi progetti, ulteriori grattacieli in cristallo e quartieri tirati a lucido, ma continueremo ad impiegare 2 ore e 15 per fare Milano-Chiavenna in treno (120km!) e 3 ore per fare Milano-Tresenda in treno (140km!). Cosa significa? Significa che a sciare a Madesimo o all’Aprica continueranno tutti ad andare in automobile, con le conseguenze che questo comporta.

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