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L'arcobaleno interattivo al Mudec e la curatrice scappata da Mosca per la guerra

Un'installazione dedicata all'arcobaleno, chiamata #OneLove. Intanto il Mudec ha una nuova curatrice per l'arte contemporanea: è Katya Inozemtseva, già al Garage di Mosca, uscita dalla Russia in concomitanza con l'avvio della guerra in Ucraina

Un parallelepipedo che evoca la bandiera arcobaleno: è l'installazione, intitolata "#OneLove" (simbolo del Pride) e ideata da Norma Jeane, esposta al Museo delle Culture di Milano fino al 12 marzo, a cura di Katya Inozemtseva. Ma si tratta di un'opera interattiva: il pubblico può interagire con essa, modellando il materiale di cui è composta, e all'interno del parallelepipedo si nasconde una intersezione bianca e nera.

"Qualsiasi simbolo (bandiera, stemma…) per sua natura afferma di essere immediatamente riconoscibile e immutabile, ma Norma Jeane nel progetto #OneLove permette al simbolo di trasformarsi in un territorio di gioco ed interazione", si legge sul sito del Mudec: "La plastilina, un materiale quasi infantile e malleabile, si oppone all’idea di prudenza nei confronti del simbolo: ogni visitatore è libero di scolpire qualsiasi cosa, mescolare i colori, consapevole che chiunque, successivamente, potrà distruggere o rimodellare ciò che è stato fatto".

Marina Pugliese, che dopo sette anni è tornata a dirigere il museo, ha dichiarato di voler "riannodare i fili con la missione del museo, come spazio in cui le collezioni etnografiche fanno da volano per aprire il dibattito a temi di cultura contemporanea", e ha annunciato l'incarico di curatrice aggiunta per l'arte contemporanea a Katya Inozemtseva, già capo curatrice di Garage a Mosca, che ha lasciato la Russia in concomitanza con l'invasione dell'Ucraina: "Rappresenta la figura ideale per parlare, con taglio critico, delle complesse questioni diasporiche e intersezionali tipiche della cultura e della società attuale". Per la direttrice, Inozemtseeva è "strutturata sui temi del post-colonialismo e del post-umanesimo".

Il museo di Mosca che sospese l'attività a febbraio

Il museo Garage di Mosca, il 26 febbraio, due giorni dopo l'avvio dell'invasione dell'Ucraina, ha reso noto sui social network di avere sospeso le mostre posticipandoli a "un momento in cui la tragedia umana e politica cesserà di svolgersi in Ucraina. Non possiamo sostenere l'illusione della normalità in mezzo agli eventi che si stanno svolgendo". Si leggeva: "Il Garage è sempre stato un'istituzione internazionale aperta a voci diverse, e siamo assolutamente contrari ad azioni che dividono e isolano. Ci vediamo parte di un grande mondo, che non è diviso dalla guerra".

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