rotate-mobile

Massimiliano Tonelli

Direttore Editoriale CiboToday

A Bergamo si paga chi va in bici; a Milano chi va in auto

Milano sembra aver interrotto la sua propensione a diventare una città sostenibile. E sembra infischiarsene di quanto fanno le altre città, vicine e lontane. Perché?

Qualcosa sta succedendo alla progettualità e alla visione di Milano riguardo al raggiungimento di una mobilità e di uno stile di vita definitivamente sostenibile simile a quello delle città europee a cui Milano stessa ambisce di paragonarsi. Qualcosa sta succedendo ed è qualcosa che lascia l’amaro in bocca.

I nostri amministratori dovrebbero viaggiare di più

Ci ho pensato l’altro giorno ascoltando, con imbarazzo, il sindaco rispondere sulle Zone 30 e sulle Strade Scolastiche. “Non è tempo di decisioni assolute” ha dichiarato il sindaco davanti alle telecamere “mica possiamo pedonalizzare tutte e 500 le strade scolastiche e mica è tempo di mettere in tutto il centro il limite di 30 all’ora come alcuni chiedono”. Secondo Beppe Sala non è il tempo… Dovrebbe allora spiegarci come mai tutte (dannazione: tutte!) le altre città europee considerano queste decisioni normali e non certo radicali ‘decisioni assolute’. Ho dunque riflettuto sull’insufficiente propensione dei nostri amministratori a viaggiare. Semplicemente viaggiare, così, giusto per imparare come gira il mondo ed evitare di prendere posizioni indifendibili. Se il sindaco, il suo staff, i suoi assessori invece di darsi alle gite fuori porta alla domenica pigliassero un aereo e andassero a trascorrere degli utili fine settimana di svago&lavoro a Parigi, a Vienna, a Monaco, a Lione, a Barcellona, ad Amsterdam alcune dichiarazioni inaudite non verrebbero mai rilasciate.

A Bergamo incentivi per le bici, a Milano per le auto

Alle volte poi viaggiare per ispirarsi e scoprire buone pratiche non necessita neppure di un volo aereo: basta spostarsi nella provincia a fianco. Ad esempio a Bergamo dove grazie alla piattaforma Pin Bike i cittadini che passano alla bicicletta per gli spostamenti casa-lavoro o casa-scuola vengono rimborsati di un tanto al chilometro fino a 30 euro al mese erogati in voucher poi da spendere nelle botteghe locali. Multipli i vantaggi: meno traffico, meno inquinamento, cittadini più in salute e meno bisognosi di cure, nuove economie per il commercio locale.

Come risponde Beppe Sala a questa iniziativa del sindaco bergamasco Giorgio Gori? Invece di copiare Bergamo, a Milano scopiazziamo la triste Italietta degli anni Novanta, quella degli incentivi rottamazione auto. Proprio così: il Comune di Milano ha deciso di mettere soldi non per coadiuvare chi prende la bici, non per combattere la piaga delle auto sui marciapiedi, non per eliminare la trappola del pavè, no, solo per aiutare chi vuole comprarsi l’auto nuova. Tutto il pianeta spinge i cittadini a spossessarsi delle auto e a passare a mezzi più sostenibili, il Comune di Milano arriva a dare a fondo perduto sino a 12.480 mila euro (avete letto proprio bene, sì!) a chi vuol comperarsi l’auto nuova senza alcuna prova di averne realmente bisogno per spostarsi. Il bando era previsto per tutto il 2022 ma è stato chiuso qualche giorno fa, il 26 settembre, perché i fondi si erano esauriti causa eccesso di richieste. Sapete di quanti fondi parliamo? 3 milioni di euro. Fate il conto di quanti ciclisti potevano essere incentivati a 30 euro l’uno come a Bergamo...

Milano sta rinunciando ad essere sostenibile?

Ma c’è poco da sorprendersi perché negli ultimi mesi la ritirata della città di Milano dai temi della mobilità sostenibile rappresenta una allarmante escalation quotidiana. E le raggelanti dichiarazioni del sindaco che riportavo sopra, risalenti allo scorso 20 settembre, sono solo la ciliegina su una torta fatta di zero coraggio, zero visione, zero personalità e zero progetti per il futuro. E no, non basta aver tenuto la barra dritta sull’accensione dell’Area B (ci mancherebbe altro!). 

La consiliatura è iniziata da un anno esatto e ve ne sono ancora quattro: il tempo per correggere la rotta e mettersi finalmente nella scia di tutte (dannazione: tutte!) le altre città europee c’è. Serve però la lucidità, la volontà, la fermezza. Serve un sindaco che si ponga come statista, capace di scelte impopolari che fanno perdere consenso oggi per farne però guadagnarne domani con gli interessi. 

Si parla di

A Bergamo si paga chi va in bici; a Milano chi va in auto

MilanoToday è in caricamento