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Protesta di Greenpeace contro la fiera del gas: attivisti sollevati di peso

Il 'blitz' è andato in scena davanti ai padiglioni della Fiera di Rho-Pero

Protesta degli attivisti di Greenpeace davanti ai padiglioni della Fiera nella mattinata di lunedì 5. I membri del movimento ambientalista hanno contestato l'inaugurazione di Gastech, il più importante incontro mondiale delle aziende del gas, del Gnl e dell'idrogeno esponendo cartelli e alzando in volo una mongolfiera. Si sono registrati alcuni attimi di tensione e alcuni manifestanti sono stati sollevati e spostati di peso dalle forze dell'ordine.

Sempre nella mattinata di lunedì alcuni attivisti hanno affisso in metropolitana decine di manifesti contro l'industria del gas e del petrolio.

La protesta di Greenpeace in Fiera

"Abbiamo portato la nostra protesta pacifica a questo evento perché da 50 anni riunisce le aziende maggiormente responsabili della crisi climatica, i cui effetti, dalla siccità alla tragedia della Marmolada, sono ormai sotto gli occhi di tutti anche in Italia - ha spiegato Federico Spadini di Greenpeace Italia -. Nel frattempo, assistiamo a una campagna elettorale in cui i principali partiti presentano programmi con obiettivi climatici inconsistenti e false soluzioni come i rigassificatori, che rischiano di aumentare la nostra dipendenza dal gas fossile, gravando anche sulle nostre bollette. Ma c’è qualcosa che possiamo fare per mettere un freno all’influenza delle aziende inquinanti e all’inazione della politica: firmare l’iniziativa dei cittadini Europei (Ice) per vietare le pubblicità e le sponsorizzazioni delle aziende legate ai combustibili fossili, che minacciano il diritto all’informazione e la salute delle persone e del pianeta".

Se entro ottobre la petizione "Stop alla pubblicità delle aziende inquinanti" raggiungerà il traguardo di un milione di firme raccolte, la Commissione europea sarà infatti obbligata a discutere una proposta di legge per mettere fine alla propaganda ingannevole delle aziende inquinanti che alimentano la crisi climatica.

"Per anni, le compagnie dei combustibili fossili hanno negato l’esistenza della crisi climatica e le loro stesse responsabilità. Quando negare è diventato impossibile, la pubblicità è diventata un mezzo per fare greenwashing e distrarre l’opinione pubblica dal fatto che, al di là delle belle promesse, il loro business principale rimane uno solo: estrarre e bruciare combustibili fossili. Ora più che mai, nel mezzo di una crisi energetica che colpisce milioni di persone, è fondamentale vietare queste pubblicità tossiche che non fanno altro che fuorviare i consumatori e contribuire ad arricchire queste multinazionali. Senza questo megafono pubblicitario, sarà subito chiaro che le bugie hanno le gambe corte", ha aggiunto Silvia Pastorelli, campaigner clima ed energia di Greenpeace Ue.

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