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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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I due papà fermati all'aeroporto di Linate: "Avevano paura avessimo rapito i nostri figli"

La vicenda è stata raccontata dai blogger Carlo Tumino e Christian De Florio sulle loro pagine social

"Fermarci con il sospetto che 'avessimo rapiti due minori' mettendo in dubbio l’esistenza di una famiglia costruita con responsabilità è discriminatorio". Queste, dopo essere stati fermati all'aeroporto di Linate per un controllo, le parole, lapidarie, di Carlo Tumino e Christian De Florio, i due scrittori e blogger che attraverso le pagine social Papà per scelta raccontano la loro esperienza omogenitoriale attraverso uno squarcio sulla loro quotidianità con i loro due figli.

"Quello che è successo all’aeroporto di Linate dispiace e tanto - hanno esordito su Facebook e Instagram i due papà -. Fermare due genitori in procinto di portare i propri figli a scoprire il mondo solo perché 'siamo in Italia' e non è possibile 'che due bambini abbiamo due papà' è triste".

Il lungo post racconta di come Carlo e Christian, in procinto di partire con i loro due gemellini per un viaggio, siano stati tempestati di domande perché i piccoli, nati negli Stati Uniti grazie alla maternità surrogata, avevano con sé un passaparto americano. "Dov’è la madre?”, “li avete adottati?”, “da dove sono usciti?”, gli avrebbe chiesto la polizia. Tutto questo, per di più, sarebbe avvenuto davanti a due bimbi, con un comportamento, sottolinenano i due blogger, "dannoso per chi sta cercando di crescere due bambini, proteggendoli dalla pioggia di stereotipi che ogni giorno siamo costretti a schivare".

"Siamo una famiglia - continuano i due padri in un lungo post -. Lo siamo dentro le nostre quattro mura e lo siamo nei documenti che a fatica ci siamo conquistati, nonostante l’assurdità di dover giustificare l’amore di due papà in un Paese che riconosce le famiglie solo dalla forma e composizione. Capiamo e comprendiamo il ruolo delle forze dell’ordine che devono effettuare gli opportuni controlli, ma è inammissibile farlo con la violenza del pregiudizio, frutto di ignoranza, insensibilità e convinzioni personali".

"Questi siamo noi - chiosano Carlo e Christian sotto a una foto che li ritrae, sorridenti, insieme ai loro bimbi -. Quattro cuori che battono all’impazzata quando respirano la stessa aria. Quattro sorrisi brillanti che si accendono quando trascorrono del tempo insieme. E nonostante la brutta faccenda, niente e nessuno impedirà di viverci alla luce del sole. Perché i pregiudizi si combattono provando ad accendere la luce sulla nostra realtà, troppe volte invisibilizzata e discriminata. Una realtà che ha il diritto di essere riconosciuta, rispettata e tutelata".

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