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Perché in regione i partiti litigano sul Parco Agricolo Sud Milano

L'idea della maggioranza di gestire direttamente il parco, la protesta delle opposizioni

La regione Lombardia prova a 'prendersi' la gestione del parco agricolo sud Milano, ora in capo a città metropolitana, calendarizzando per il 5 maggio in commissione agricoltura un progetto di legge sulla modifica alla governace del parco stesso. Ed è polemica. Il Partito democratico parla di "blitz" e "forzatura dei tempi inopportuna" per "sccippare la gestione" del parco "a città metropolitana e a ben 61 comuni milanesi". 

Nel territorio del parco agricolo vivono circa due milioni di persone. La proposta di legge promossa dal centrodestra regionale mira a far nominare proprio alla regione il direttore del parco, cosa che per i consiglieri del Pd è "un'entrata a gamba tesa" che farà lievitare i costi per tutti i comuni coinvolti. 

Sullo sfondo anche una visione diversa delle finalità di gestione, per esempio "lo sviluppo sostenibile di cui l'attuale gestione è garante", come dicono sempre i consiglieri del Pd: "Il parco è stato istituito trent'anni fa con una legge regionale, in seguito alla forte richiesta di cittadini, associazioni agricole e ambientaliste, per tutelare il territorio dal consumo e dalla frammentazione del suolo, sostenere la produzione agricola di qualità, tutelare il paesaggio".

Che vi siano differenze di vedute sulla gestione si evince anche dalla replica di Gianluca Comazzi, capogruppo di Forza Italia al Pirellone, quando afferma che "la città metropolitana vorrebbe trasformare novemila ettari di terreno in aree naturali, producendo danni economici incalcolabili per le mille aziende agricole ubicate all'interno del parco", la cui estensione totale è di 47 mila ettari. Comazzi difende la scelta della regione di avocare a sé la gestione "per dare nuovo slancio al parco". La regione, stima Comazzi, stanzierà quasi 700 mila euro all'anno per il parco sud, circa il doppio di quanto fa ora, mentre il comune di Milano ne stanzia ad oggi 35 mila. "Da troppi anni quello che dovrebbe essere il polmone verde del territorio e un importante motore dell'economia agricola è pressoché abbandonato a sé stesso", conclude il capogruppo di Forza Italia.

La questione delle aree naturali

I circa novemila ettari di aree naturali già deliberate dalla gestione attuale del parco sono otto diverse aree: gli ettari indicati sono un totale. Si tratta di aree particolari, che già oggi contengono zone umide, boschi e così via, come l'area che include il Boscoincittà a Milano e il Parco dei Fontanili a Pero. Tra i comportamenti che verrebbero vietati nelle aree naturali, la cattura, l'uccisione e il disturbo di animali. Il modello non è quello di fare scomparire l'attività agricola ma renderla "custode" della particolare biodiversità insita nelle aree naturali.

La petizione

E Nicola Di Marco, del Movimento 5 Stelle, ha lanciato una raccolta firme su Change per "fermare lo scippo del Parco Agricolo Sud Milano". Secondo il consigliere, "i partiti di centrodestra hanno paura di ciò che sta accadendo sul territorio. Associazioni e cittadini del sud Milano stanno infatti creando un fronte comune contro questo progetto di legge che farebbe passare la gestione del parco da città metropolitana a regione".

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