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Patrick Zaki con la tessera dei Sentinelli di Milano: "Ti aspettiamo"

L'attivista in posa dal Cairo con la carta del movimento nato in città

Il volto sorridente, una maglietta con la scritta 'Bologna' e tra le dita la tessera dei Sentinelli di Milano. È il selfie scattato al Cairo, Egitto da Patrick George Zaki, l'attivista 31enne che era stato detenuto nel suo Paese per quasi 2 anni e che oggi è ancora in attesa di giudizio.

"Ogni persona che decide di prendere la tessera della neonata Associazione dei Sentinelli è per noi motivo di orgoglio - commenta sotto alla foto dello studente il gruppo sul suo profilo Facebook -. Ma capirete bene che quando abbiamo ricevuto questa foto il nostro cuore si è messo a battere più forte".

"Non è stato facile poter consegnare quel piccolo pezzo di carta - raccontano I sentinelli -. Il viaggio Milano /Il Cairo è stato molto più complicato del previsto e c'ha permesso di capire ancora di più il clima che si respira intorno a un ragazzo vittima innocente di un regime. Ti aspettiamo presto in Italia Sentinello onorario Patrick Zaky".

Zaki era stato arrestato il 7 febbraio 2020 all'aeroporto del Cairo, mentre era di ritorno nel suo paese di origine da Bologna, dove stava seguendo un master Erasmus Mundus in Women and Gender Studies all'Alma Mater Studiorum. Detenuto in carcere per 22 mesi, lo studente è indagato, come ha spiegato anche Amnesty International "per minaccia alla sicurezza nazionale, incitamento a manifestazione illegale, sovversione, diffusione di notizie false e propaganda per il terrorismo. Accuse false e inventate per punire un giovane ricercatore e attivista, che ha sempre agito alla luce del sole tanto in Egitto quanto in Italia".

A dicembre 2020 il giovane, divenuto simbolo dei tanti casi di ingiustizia e violazione dei diritti umani, era diventato cittadino onorario della città di Milano mentre era ancora detenuto nelle carceri egiziane, in attesa di processo. Numerose in città, e non solo, sono state le iniziative per manifestare solidarietà allo studente e chiedere al governo italiano maggiore impegno nel chiedere all'Egitto la sua liberazione, nonché nel fare luce sull'omicidio di Giulio Regeni, il ricercatore italiano ucciso, sempre in Egitto, nel 2016.

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