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La protesta dei lavoratori di Immobiliare.it: "Mamme e categorie protette prese di mira"

"I trasferimenti imposti non sono altro che licenziamenti mascherati", denunciano i sindacati

Non ci stanno i lavoratori di Immobiliare.it. Dopo l'annuncio dei trasferimenti da Milano a Roma, continuano le proteste contro quelli che i sindacati definiscono dei "licenziamenti mascherati", per di più messi in atto con l'obiettivo di eliminare persone "scomode", come neogenitori e categorie protette.

Mercoledì 6 ottobre un presidio si è svolto davanti alla sede del call centre di 'Immobiliare.it' di via Fabio Filzi, davanti al grattacielo Pirelli. Al centro dell'iniziativa il 'no' al trasferimento nella capitale di 48 lavoratori, per la maggior parte donne, su un totale di 200 dipendenti. Secondo quanto già denunciato da Fisascat-Cisl, Uil-Uiltucs e Filcams-Cgil, la mossa dell'azienda cela "discriminazioni nei confronti di mamme, fragili o con parenti in condizione di supporto sanitario previsto dalla legge 104, e di iscritti alle organizzazioni dei lavoratori".

"Nei confronti degli iscritti ai sindacati - hanno detto i partecipanti al presidio - la condizioni sul lavoro è di paura se non di terrore". Lo scorso 16 settembre i dipendenti hanno ricevuto la lettera che annunciava l'improvviso trasferimento da Milano a Roma, con richiesta di risposta entro il 24 ottobre e data di inizio lavoro a Roma dal 2 novembre. "Nessuno è in grado di potere lavorare nella capitale con costi di trasferimento, casa, e viaggi insostenibili per non parlare delle famiglie costrette teoricamente a spezzarsi in due e gli enormi problemi con i figli", hanno messo in luce alcune dipendenti. La richiesta dei sindacati è che Immobiliare.it ritiri subito i provvedimenti.

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