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È l'ora dell'accoglienza

Dei primi 10mila profughi ucraini: molti sono ospitati a Milano

In Italia, secondo i dati del ministero dell'Interno aggiornati alle 8 del 4 marzo, sono già entrati 9.058 i cittadini ucraini

Morte, distruzione e persone in fuga. Come ogni maledettissima guerra, anche quella che si sta combattendo in Ucraina non fa sconti. E se le prime due conseguenze resteranno sepolte sul suolo ucraino, la terza ci riguarda molto più da vicino. Ne stiamo già facendo i conti e ne faremo i conti nei prossimi mesi, forse anni. Le stime sono ancora provvisorie ma è certo che alla fine della guerra russa in ucraina i rifugiati nei paesi europei saranno molti. Già questi primi giorni di combattimenti hanno dato vita a un esodo senza precedenti, per rapidità e consistenza, di oltre un milione di persone.

Video: le persone in fuga dalle bombe

In Italia, secondo i dati del ministero dell'Interno aggiornati alle 8 del 4 marzo, sono già entrati 9.058 i cittadini ucraini. Questi primi rifugiati - 4.484 donne, 1.041 uomini e 3.533 minori - sono ospitati soprattutto nelle grandi città, Roma, Milano, Bologna e Napoli su tutte. Alla fine del conflitto, secondo le stime dell'Unione europea, potrebbero esseri tra i 7 e gli 8 milioni di sfollati. Ue che nel frattempo, anche quello con una velocità eccezionale, ha varato una direttiva per la protezione temporanea dei profughi arrivati dall'Ucraina.

L'unico 'inceppo', che riflette anche la situazione in alcune frontiere per entrare in Europa dalle zone del conflitto, ha riguardato i cittadini non ucraini che vivevano lì e che come gli altri scappano dei missili e dalla paura di finire nelle mani dell'esercito di Vladimir Putin. Dopo una lunga trattativa si è arrivati alla decisione di includere nella direttiva i non ucraini che, a Kiev e dintorni, erano comunque a loro volta rifugiati. Andrà male invece ai residenti temporanei, ossia le persone con permessi di soggiorno per motivi lavorativi o di studio che dovrebbero essere rimpatriate nei paesi d'origine a meno che non ci sia una guerra o una catastrofe umanitaria in corso anche lì. Nessuno, però, verrà mai respinto, neppure chi ha smarrito i documenti fuggendo dalle bombe.

Dove portare gli aiuti per l'Ucraina a Milano?

I profughi ucraini in Italia e a Milano

"L'Italia è abituata a gestire situazioni anche emergenziali, con la rete delle prefetture, il mondo dell'associazionismo, i comuni. Faremo fronte a tutte le necessità che si presenteranno", ha assicurato la titolare del Viminale Luciana Lamorgese rimarcando anche lei la necessità di un'Europa solidale. A Milano, per esempio, è il primo cittadino Beppe Sala a raccontare l'esperienza di una prima famiglia accolta in una struttura milanese, con tanto di foto: "Yuri, Oxana e i loro figli sono fuggiti dall’Ucraina. Hanno attraversato a piedi la frontiera con la Romania e poi hanno preso un pulmino. Sono cinque dei circa mille profughi che stanno già arrivando giornalmente nel nostro paese. Da oggi loro sono ospiti nel centro di via Aldini della Fondazione Progetto Arca, che ringrazio. Milano fa la sua parte".

famiglia ucraina-2

"Al di là della tragedia di quello che succede in Ucraina, che è la cosa più rilevante, noi dovremo prepararci a un'accoglienza massiva, e probabilmente con tanti minori e con grandi disagi di varia natura", ha detto lo stesso sindaco giovedì. "È una tragedia che toccherà tutti. Stiamo gestendo con la prefettura, e faremo il punto nei prossimi giorni, la vicesindaca Scavuzzo è operativa su questa questione. È difficile valutare se gli arrivi saranno così tanti o no. Il punto è - ha chiarito Sala - fare un censimento di tutte le strutture pronte all'accoglienza in funzione anche della tipologia di arrivi".

Il punto sanitario: vaccini ai rifugiati ucraini

Chi arriva dall'Ucraina avrà tamponi e vaccinazioni covid gratis con accesso diretto presso tutti i centri vaccinali attivi, come ha assicurato l'assessore regionale al welfare Letizia Moratti. In questo senso, Massimo Galli, ex direttore di Malattie infettive all'ospedale Sacco di Milano nei giorni scorsi ha avvertito che le conseguenze delle bombe potrebbero aggravare la gestione della pandemia covid.

"La guerra è sempre un disastro. In pandemia è ancora più drammatica. In Ucraina - ha rivelato - c'è poco più il 30% di vaccinati. E ora intere città sono nei rifugi sotto terra, nelle condizioni più difficili. Abbiamo imparato tutti a capire cosa può significare. C'è il rischio anche che gli acquedotti possano essere danneggiati, con i pericoli di inquinamento idrico. Storicamente la guerra si accompagna sempre alle malattie. Tutti i conflitti fanno malissimo sul piano delle epidemie e fanno malissimo al controllo sanitario nelle popolazioni".

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