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Un rap per l'asilo sotto sfratto: bimbi e maestri in piazza a Milano per difendere la loro scuola

I piccoli di Momo, l'asilo sotto sfratto perché in un condominio, scendono in piazza

L'ultima volta avevano scelto la strada del silenzio, per dimostrare che anche loro erano in grado di stare zitti, di non fare chiasso. Questa volta, invece, balleranno, canteranno, giocheranno tutti insieme. Perché sono bimbi. E perché vogliono rivendicare il diritto ad esserlo. 

Sono pronti a scendere in piazza i piccoli dell'asilo la "Locomotiva di Momo", la scuola di via Anfossi 36 che rischia di essere sfrattata da un momento all'altro perché il condominio che la ospita è infastidito dal "rumore". Nei mesi scorsi, infatti, una sentenza della Corte d’Appello ha equiparato l'asilo ad una scuola di musica, canto e ballo: attività espressamente vietate dal regolamento di condominio. Da qui, il rischio - serissimo, concreto - di chiudere la struttura e di lasciare cento bimbi e tutti i loro maestri senza un'aula e senza lavoro. 

Video | "Benvenuti a Milano": il rap per Momo

"Bimbi chiamano diritti, Milano risponde"

Così, dopo la protesta della "bolla del silenzio" dell'ormai lontano 2016 - quando era arrivata la prima vittoria legale del condominio -, sabato 26 gennaio i bambini torneranno in piazza - in largo Marinai alle 11 - per un flash mob dal titolo abbastanza chiaro: "Bambini chiamano diritti, Milano risponde". 

"L’evento - spiegano dalla scuola - è una prima occasione per dare voce a tutti i bambini di Milano e riflettere su come vivono la città, in cosa la sentono amica e in cosa no". È un'opportunità "per rendere visibili i pensieri dei bambini sulla città, i loro desideri per migliorarla e renderla più vivibile e vicina alle loro necessità". 

Alle 11 scolari e maestri canteranno e balleranno sulle note di due pezzi appositamente scritti per Momo: il brano di Federica Braga “Il treno di Momo”, una dolce melodia dedicata al nido scuola, e il dirompente rap di Long John Argentovivo, rapper ed insegnante della Locomotiva di Momo, "Benvenuti a Milagno".

I messaggi per il sindaco

Dopo un breve corteo fino alla palazzina Liberty, i piccoli inizieranno una singolare caccia al tesoro per trovare duecento piccole giraffe di terracotta che saranno nascoste nel parco, al cui interno ci saranno frasi sui diritti dell'infanzia. 

Alle 12.30, infine, sarà la volta dello spettacolo con le bolle di sapone e i più grandi consegneranno ai bimbi una cartolina su cui ci sarà la frase, da completare, "caro sindaco noi bambini amiamo Milano, il nostro desiderio è che...".

La lunga storia tra Momo e il condominio

Il rap e il flash mob per i diritti sono soltanto l'ultima tappa di una storia - quella tra l'asilo e il condominio - che va avanti ormai da anni. Già a maggio del 2016, in primo grado, il condominio aveva vinto la battaglia legale, ma a luglio - proprio dopo la protesta silenziosa dei bambini - l'avvocato dell'asilo, Felice Soldano, aveva ottenuto la sospensiva della sentenza e dello sfratto

Secondo il tribunale - questa era stata la motivazione della prima sentenza - la proprietà della "Locomotiva" aveva effettuato un cambio non consentito di destinazione d’uso da ufficio ad asilo. Contro quella motivazione, Cinzia D'Alessandro - titolare della struttura - si era opposta e aveva ottenuto una prima parziale vittoria. 

Il 31 luglio 2018, data della sentenza di secondo grado, per lei e i suoi piccoli in tribunale era però arrivata un'altra sconfitta. Ma con una motivazione diversa. I giudici d'Appello avevano infatti riconosciuto che non c'era stato nessun cambio di destinazione d'uso, ma avevano decretato la chiusura dell'istituto perché - questa la motivazione arrivata nei giorni scorsi - "rientra tra quelle specificatamente vietate dal regolamento condominiale".

L'asilo - questa era stata la teoria dei giudici - è "una scuola ove si pratica notoriamente anche musica e canto", una pratica che andrebbe contro il regolamento condominiale che sancisce che "è vietato destinare gli alloggi a scuole di musica, canto e ballo e pensioni".

Anche questa seconda sentenza è stata però momentaneamente sospesa. Per ora i bimbi di Momo non si muovono dalla loro Locomotiva. Se non per rivendicare, insieme ai loro maestri, tutti i loro diritti.  

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