"Sala aggiungi un posto a tavola": in comune esplode la guerra della pausa pranzo
Sindacati in protesta fuori da palazzo Marino. Motivo del contendere, l'utilizzo dei buoni pasto
Pausa pranzo incandescente. Acque agitate a palazzo Marino, dove in questi giorni si sta consumando la "vertenza mensa", che sta mettendo amministrazione e dipendenti contro.
Semplice il motivo del contendere: nelle scorse settimane si è concluso l'appalto per il servizio sostitutivo di mensa per i 12mila dipendenti del comune che con una spesa di 7 euro - 5 a carico del comune, 2 a carico del lavoratore - ottenevano un pasto completo. Ottenevano, appunto. Perché la nuova proposta ha scatenato la rabbia dei sindacati: i lavoratori comunali, infatti, adesso sarebbero costretti a consumare il pranzo in alcuni ristoranti e locali convenzionati al costo però di 9 euro - 3 da trattenere in busta paga e 6 pagati da palazzo Marino -, con un'offerta per giunta ridotta.
Così giovedì mattina i lavoratori rappresentati dalle sigle sindacali di Cgil, Cisl Uil, Csa e Rsu si sono ritrovati per un'assemblea in via Hoepli e si sono poi spostati in presidio proprio sotto il comune, dove hanno esposto una serie di cartelloni ironici, da "Sala aggiungi un posto a tavola" a "l'insostenibile leggerezza di un pasto" passando per "Sala, non torneremo alla schiscetta" e "il pasto è un diritto, lo vogliamo garantito".
"Noi avevamo le mense nei palazzi - ha spiegato Anna Maria Mitti, funzionaria della Cgil -. Man mano la politica dell'amministrazione ha fatto modo che queste mense interne sono state chiuse, e ha fatto la convenzione con gli esercenti e le mense. Le mense che ci sono funzionano e ci danno il pasto come da convenzione, mentre gli esercenti, soprattutto con la pandemia, hanno dato in molti la disdetta e altri o chiedono integrazione o ci danno il pasto ridotto, e noi abbiamo sia impiegati che operai e vigili, che fanno un lavoro fisico, e per loro è ancora peggio. Noi abbiamo chiesto l'incontro, abbiamo chiesto risposte all'amministrazione, che sostanzialmente ha detto di no su tutto".
Dopo il presidio, una delegazione dei lavoratori è stata ricevuta dalla giunta, che pare abbia mostrato segni di apertura sulle richieste dei dipendenti.