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"L'uomo è maschio, la donna è femmina": protesta contro il Ddl Zan (e tensione con la polizia)

La manifestazione di "Restiamo Liberi" in Duomo contro il Ddl Zan. C'era anche Salvini. Attimi di tensione per un contro presidio

No al Ddl Zan. Sabato pomeriggio, in piazza Duomo, oltre mille persone hanno preso parte alla manifestazione organizzata dal movimento "Restiamo Liberi" per opporsi al disegno legge contro l'omotransfobia. I presenti - tra cui alcuni esponenti politici, compresi il leader della Lega, Matteo Salvini, e l'assessore regionale alla sicurezza, Riccardo De Corato - hanno intonato più volte il coro "libertà" ed esposto cartelli contro il Ddl Zan. "L'uomo è maschio, la donna è femmina. Non è religione, ma pura ragione", si leggeva su uno dei "poster", tenuto per l'occasione proprio da De Corato. E ancora: "Il Ddl omotrasfobia è contro la democrazia" o "Dopo una pandemia, l'emergenza non è l'omotransfobia". 

Sul palchetto allestito per l'occasione ha preso la parola Jacopo Coghe, vice presidente dell'associazione "Pro vita & famiglia". "Siamo scesi in piazza per la libertà di tutti gli italiani e contro il Ddl Zan che è ben sintetizzato dall'ultima copertina dell'Espresso dove si vede una donna, con la barba e con i seni asportati, incinta", il suo pensiero affidato poi a una nota. 

Sabato scorso 8mila in piazza per il ddl Zan

"Le vere vittime del Ddl Zan saranno la libertà, le donne e i bambini. La libertà perché manifestazioni come queste saranno considerate legali o illegali a discrezione di un giudice. Le donne perché accadrà, come in Messico per esempio, che gli uomini si dichiareranno donne occupando così le quote rosa o gareggiando negli sport femminili come già sta accadendo. I bambini perché l'ideologia del gender, che per anni ci hanno detto non esistere, è teorizzata all'articolo 1 del testo di legge Zan. Fiore all'occhiello la Giornata contro l'omotransfobia da festeggiare nelle scuole di ogni ordine e grado. Noi restiamo liberi e questo è solo l'inizio delle nostre proteste", ha assicurato Coghe. 

Sulla stessa lunghezza d'onda l'assessore De Corato. "Ho partecipato alla manifestazione di dissenso al Ddl Zan, decreto legge contro l'omotransfobia in fase di approvazione al Parlamento, organizzata dalla rete Restiamo liberi. Una legge liberticida e ideologica che intende promuovere già nelle scuole le tesi gender per indottrinare i bambini e impedire ai genitori la libertà educativa. Si afferma l’esistenza di una 'fluidità di genere' dove madre e padre vengono sostituti da genitore 1 e genitore 2 in nome della non discriminazione. Eppure ricordo che le discriminazioni, comprese quelle per il sesso e l’orientamento sessuale, e i reati che ne conseguono, sono già puniti dal nostro codice penale - ha sottolineato -, mentre introdurre il nuovo ddl significa in realtà alimentare un cambiamento che porti a stravolgimenti della famiglia naturale come la maternità surrogata o l’adozione per le coppie omosessuali. Inoltre, il Ddl Zan punta a punire chi dissente da questo pensiero unico, mettendo un bavaglio a chi non si piega all’ideologia gender”. 

A fargli eco è stata la compagna di partito Barbara Mazzali, consigliera regionale in quota Fratelli d'Italia. “Ero anche io oggi in piazza a Milano per dire no al Ddl Zan. Il mio impegno su questo tema è massimo: oggi ho partecipato alla manifestazione e due giorni fa ho depositato in Consiglio regionale una mozione per impegnare la Giunta a farsi parte attiva presso il Parlamento affinché venga scongiurato il pericolo che la nuova formulazione legislativa si trasformi in legge", ha spiegato. 

Contatto con la polizia

In piazza non è mancato qualche momento di tensione, quando alcuni giovani sono arrivati in Duomo con uno striscione "Ddl Zan subito", intonando cori contro Salvini e contro Simone Pillon.

Un cordone di poliziotti in assetto anti sommossa si è schierato davanti ai ragazzi per separarli dagli attivisti "avversari" e ne è nato un piccolo contatto, durato pochi secondi. 

È volata qualche manganellata e sembra che uno dei giovani sia stato colpito alla testa. Dopo qualche minuto comunque la situazione è ritornata alla calma e i protagonisti del "contro presidio" si sono allontanati. 

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