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Milano, protesta all'agenzia delle entrate: 'Posticipare le scadenze, basta tasse ingiuste'

La protesta organizzata da Fratelli d'Italia. De Corato: "Lombardo il 22% del Pil italiano"

Niente incassi, niente tasse. Protesta lunedì mattina fuori dall'agenzie delle entrate di Milano, in via Moscova, teatro del flash mob organizzato da Fratelli d'Italia per chiedere il rinvio delle scadenze fiscali per imprese e partite Iva, messe a dura prova dall'emergenza coronavirus. 

Alle 13 in punto fuori dalla struttura si sono ritrovati gli esponenti di Fdi - tra cui la coordinatrice regionale, Daniela Santanchè, il coordinatore milanese, Stefano Maullu, il capogruppo a palazzo Marino, Andrea Mascaretti, e l'assessore regionale alla sicurezza Riccardo De Corato -, che hanno esposto uno striscione con la scritta rossa "basta tasse ingiuste". 

VIDEO. Santanchè: "Governo sospenda le tasse 2020"

“L’intento di questa manifestazione - ha spiegato Mascaretti - è quello di chiedere l’unificazione degli anni fiscali 2019-2020 e la posticipazione delle scadenze fiscali a giugno settembre 2021 per le imprese e le partite Iva".

"Ricordo sempre che siamo la regione col residuo fiscale più alto d’Italia, pari a 54 miliardi di euro e che la Lombardia, da sola, produce il 22% del Pil Nazionale - gli ha fatto eco De Corato -. Un Governo lungimirante deve tener conto anche di questo e supportare chi è, a tutti gli effetti, il motore d’Italia, anche con misure straordinarie”.

Foto - Il volantino del flash mob

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La lotta fiscale di Fratelli d'Italia

Negli ultimi giorni Fratelli d'Italia sta portando avanti una vera e propria battaglia fiscale al fianco degli imprenditori. Era stato lo stesso Mascaretti, infatti, a chiedere al comune di Milano di sospendere il pagamento della Tari per i commercianti meneghini. "È una politica sbagliata, dal respiro corto. La Giunta Sala così spreme i piccoli imprenditori e distrugge quel tessuto economico cittadino che era contemporaneamente fonte di sostentamento per molti lavoratori, servizio per i cittadini e barriera al degrado", aveva detto.

E ancora, qualche giorno prima, era stato ancora lui a chiedere che il comune cancellasse gli affitti ai negozianti. "In questi mesi di crisi drammatica che si stanno trovando ad affrontare i commercianti e gli artigiani milanesi, con costi fissi impossibili da sostenere a fronte di un pesantissimo calo del fatturato, tra cui l'affitto dei locali occorre che il Comune di Milano azzeri i canoni d'affitto degli immobili commerciali di sua proprietà e di proprietà delle società partecipate e degli enti controllati, per poi ridimensionarli per il futuro, in riferimento all’effettiva possibilità lavorare da parte delle attività ospitate", era stato il suo appello. 

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