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Proteste al dormitorio Casa Jannacci: "Comune vuole esternalizzare gestione"

I sindacati hanno indetto un presidio per martedì 23 febbraio in largo Treves 2

Contro la parziale esternalizzazione di alcuni servizi di Casa Jannacci da parte del Comune di Milano, i lavoratori del centro protesteranno il 23 febbraio, con un presidio in largo Treves 2, indetto dal sindacato.

U'assemblea da remoto si terrà in parallello sempre per lo stesso motivo. Ad essere contestata, in particolare, è la delibera della giunta comunale, approvata lo scorso 22 gennaio, sulle "linee di indirizzo per l'affidamento mediante gara ad evidenza pubblica del servizio di gestione della struttura 'Casa dell'Accoglienza Enzo Jannacci' di viale Ortles". Con il provvedimento, infatti, vengono esternalizzati "alcuni dei servizi attualmente in capo al Comune".

"L’Amministrazione comunale di Milano decide, quasi di nascosto e senza coinvolgere il sindacato (come invece previsto all’art. 5 del CCNL), di esternalizzare la 'Casa dell’Accoglienza Enzo Jannacci' il noto dormitorio di viale Ortles - è il commento amaro dei sindacati Cgil, Cisl, Uil Funzione Pubblica ed Rsu del Comune -. Un pezzo di storia e un simbolo della città di Milano, un luogo che accoglie le persone con il più alto grado di marginalità e fragilità. I 'barbun' per dirla con le parole del cantautore milanese".

"Ora il Comune sceglie di arretrare, uscire dall’intervento diretto e ricavarsi il ruolo di regista - ha sottolineato Vincenzo Greco, sindacalista della Cgil Milano -. Lascia perplessi questa idea, abbondantemente praticata nell’area delle politiche sociali, che da ‘fuori’ si qualifica l’intervento a favore dei più deboli, della parte più vulnerabile della nostra società. Per queste ragioni pensiamo che sia sbagliato segnare nuovamente l’idea che la pratica dell’appalto nel campo delle politiche sociali aiuti di più e meglio i soggetti più svantaggiati. Spesso è proprio in questo segmento di lavoro, quello fatto da tanti generosi e qualificati operatori sociali, che si nasconde la riduzione dei diritti dei lavoratori che paradossalmente sono deputati ad aiutare le persone in difficoltà".

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