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Solitudine, depressione, liti coi vicini: i milanesi vanno dallo "psicologo di quartiere"

Il servizio, attivo da 8 mesi, ha registrato circa 700 contatti

Settecento persone incontrate in otto mesi, da aprile 2019. E' il bilancio del progetto "psicologi di quartiere", promosso dall'Ordine degli Psicologi della Lombardia con WeMi, la rete di spazi fisici dedicati al sistema dei servizi domiciliari del Comune di Milano. «La rete degli spazi WeMi - dichiara l’assessore alle politiche sociali e abitative Gabriele Rabaiotti - è nata per creare dei poli, dei punti di riferimento riconoscibili all’interno dei quali tutti i cittadini potessero accedere all’offerta completa dei servizi domiciliari presenti in città e, in particolare, in ciascun quartiere; sia i servizi del Comune di Milano che quelli attivati dal Terzo Settore».

«La salute mentale e il benessere psicologico sono aspetti fondamentali della qualità della vita, non solo dei singoli individui, ma anche delle comunità. In Lombardia e in particolare a Milano esistono validissimi servizi e strutture a cui i cittadini possono rivolgersi, tuttavia resta difficile intercettare bisogni complessi, legati sia a difficoltà personali e famigliari, sia a problematiche come la povertà e il rischio di esclusione sociale», ha sottolineato Riccardo Bettiga, Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia: «Lo psicologo deve essere sempre più vicino alle persone, ed è per questo che stiamo lavorando per estendere l’esperienza degli Psicologi di Quartiere, iniziativa il cui modello è potenzialmente replicabile fino al livello nazionale».

Come funziona lo psicologo di quartiere

Il progetto permette alle persone di contattare gli psicologi di quartiere gratuitamente e senza bisogno di appuntamento, nelle sedi e secondo il calendario riportato sul portale www.wemi.milano.it. In sinergia con gli operatori di WeMi che sono attivi nei quartieri da diversi anni e hanno quindi creato contatti con tutti gli attori presenti sul territorio, essi hanno offerto un primo ascolto gratuito e competente, indirizzando ogni cittadino alle strutture e alle soluzioni disponibili sul territorio.

L’iniziativa ha messo in luce la necessità di intensificare la collaborazione tra i servizi attivi sul territorio, con l’obiettivo di dare una soluzione adeguata e tempestiva anche ai bisogni più complessi. Si sta quindi lavorando per dare continuità al servizio e potenziarlo in questa direzione.

Secondo i primi riscontri generali, le persone che si sono rivolte al servizio hanno fatto emergere disagi e problematiche "trasversali" alla città, nel senso di indipendenti dalla zona in cui si vive o lavora o studia. Le più numerose segnalazioni riguardano problematiche come la solitudine o la depressione, che affligge circa un milanese su cinque. Ma anche le relazioni di vicinato o i rapporti genitori-figli.  Tante anche le richieste legate alla difficoltà di assistere genitori anziani, famigliari con disabilità o patologie croniche importanti. E non sono mancati casi di maltrattamento, che ovviamente sono stati "dirottati" sulle strutture idonee a gestirli.

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